
La conoscenza di Dio mediata da Cristo
Un giorno una parola – commento a Giovanni 17, 25
Dio svela le cose profonde e nascoste
Daniele 2, 22
Gesù pregò: «Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato»
Giovanni 17, 25
“Padre giusto”: non siamo coinvolti direttamente in questa preghiera, ma da fuori si apre uno squarcio di intimità mentre ascoltiamo Gesù che intercede a favore nostro. Non ci sta dando un comando, siamo l’oggetto della sua istanza. Nel suo giusto giudizio, il Padre rivela la perdizione del mondo e la fede dei discepoli nell’Inviato: è il criterio determinante che stabilisce l’identità di ognuno. Il mondo, però, non è contrapposto ai credenti, ma a Cristo stesso. L’identità dei discepoli non è incentrata sul riconoscimento della persona del Padre, bensì del Figlio: l’unica possibile conoscenza di Dio per l’essere umano è mediata da Cristo.
Con la risurrezione, ascensione e pentecoste, la relazione che il Figlio e il Padre hanno condiviso da sempre si estenderà mediante lo Spirito a coloro per i quali egli ha pregato prima della sua morte. Perplessità e stupore ci colgono, quanto più si allarga l’orizzonte della Sua preghiera verso il mondo. Come non è fine a se stessa la comunione tra il Padre e il Figlio, non lo è neppure quella tra il Padre – Figlio e quelli che il Padre gli ha dati.
C’è ancora il “mondo”, che definisce non soltanto la struttura di menzogna che domina i rapporti umani, ma chi si oppone a Gesù. Eppure, è per amore del mondo che Dio ha mandato il Figlio, e alla fine del suo ministero, Gesù intercede non solo per i suoi, ma chiede al Padre l’unità e l’amore tra coloro che gli sono stati dati, “affinché il mondo creda che tu mi hai mandato”: niente di meno che la riconciliazione di tutte le cose.
Rivolgendosi al Padre, Gesù fa una semplice osservazione: solo lui conosce Dio e solo in lui si conosce Dio. I discepoli hanno riconosciuto Dio in Gesù e quindi hanno conosciuto Dio. Il mondo, invece, non ha riconosciuto questa rivelazione in Gesù e quindi non ha conosciuto il Dio vivente. La chiesa – non migliore del mondo ma preservata dalla grazia – vive nel mondo tra il realismo storico e la trascendenza divina rivelata in Gesù, tra giudizio e salvezza del mondo. Dio-in-Cristo svela le cose profonde e nascoste. Amen.