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Torino, 10 anni di smog

Si chiama “Mal’aria” ed è l’ultimo rapporto pubblicato da Legambiente a inizio settimana. Una raccolta di dati che hanno fatto parlare e preoccupare, rendendo tangibile e reale una problematica che ormai è diventata parte fondamentale della consapevolezza sociale italiana e internazionale.
Il report annuale dell’associazione ambientalista riporta i dati sull’inquinamento atmosferico a livello nazionale. Dati preoccupanti, in cui solo nelle prime tre settimane del 2020 Frosinone, Milano, Padova, Torino e Treviso sono i centri che hanno già superato per 18 giorni i limiti di PM10, il Particolato Molecolare, noto in gergo tecnico come “aerosol”, ovvero tutte quelle particelle microscopiche di polveri che rimangono in sospensione in aria. “10” indica che i riferisce alle particelle con un diametro inferiore ai 10 millesimi di millimetro.

Torino record
Il capoluogo piemontese non è solo nel superamento di questi limiti nei primi giorni dell’anno. Nella lista appaiono anche Napoli con 16 giorni e Roma con 15 giorni. Guardando a ritroso nel passato più recente, il 2019 ha registrato ben 54 capoluoghi di provincia con limiti di PM10 superiori ai margini consentiti. Circa la metà di questi capoluoghi ha superato sia il limite previsto per le polveri sottili (PM10), sia quello per l’ozono (O3). Proprio a fronte di questi dati allarmanti, è stata proprio Torino la città che nel 2019 ha superato per 147 giorni entrambi i parametri, registrandosi come città più inquinata del 2019. A seguire Lodi, con 135 giorni e Pavia con 130.
In occasione dell’inizio del 2020, che apre le porte al nuovo decennio, è inevitabile analizzare il trend dell’inquinamento del decennio passato. E, in un momento di bilanci decennali, la situazione nazionale risulta negativa e scoraggiante. Il 28% delle città monitorate da Legambiente risulta aver superato i limiti giornalieri di PM10 tutti gli anni e, anche in questo caso, Torino ha guadagnato il triste primato 7 volte su 10 con un totale di 1086 giorni di inquinamento nelle sue strade, accompagnata solo da Frosinone con i suoi 1000 giorni.

Una questione internazionale
In Italia la questione “smog” si sta facendo sempre più critica. Traffico su gomma, riscaldamenti, tecnologie obsolete e il settore industriale risultano ancora essere tra le principali cause di inquinamento. Così aumentano di anno in anno le città coinvolte in un problema ambientale che rischia la compromissione sociale e sanitaria di un Paese in perfetta linea con l’inarrestabile sviluppo occidentale odierno.
Si è concluso pochi giorni fa il World Economic Forum di Davos; uno degli eventi che si raccontano come più eco-sostenibili al mondo, che ha posto l’ambiente al centro del dibattito invitando più di 3mila ospiti per la sua 50esima edizione. Perché se a livello nazionale la situazione si sta aggravando sotto ai nostri occhi, a livello internazionale i danni sono ancora più gravi e irreparabili. Gli ultimi eventi che hanno visto l’Australia nelle prime pagine dei notiziari dovrebbero bastarci per comprendere quale sia la situazione e quanto poco tempo ancora ci rimane per cambiare le cose.