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I dubbi e le risposte sull’ospedale di Pinerolo

L’atto aziendale dell’ASL TO3, è un documento che delinea il modo in cui la sanità del raggruppamento TO3 evolverà nel prossimo periodo, in modo sostanziale. Questo documento è stato deliberato il 18 settembre, e durante le fasi della sua redazione ha richiamato l’attenzione, per l’assenza di alcuni punti ritenuti importanti per il territorio pinerolese, dei rappresentati del Movimento 5 Stelle, che hanno organizzato anche un volantinaggio davanti all’ospedale Agnelli, per informare la popolazione.

«Il documento in lavorazione – racconta Luigi Carignano, consigliere pentastellato del comune di Pinerolo – non menzionava diversi reparti dell’ospedale che ora sono funzionanti e attivi, mentre altri servizi erano indicati erroneamente sotto altre dirigenze dipartimentali, quindi ci siamo evidentemente preoccupati. Abbiamo ricevuto rassicurazioni inizialmente verbali, ma abbiamo deciso, tramite delle interrogazioni in aula, di capire meglio il contenuto dell’atto aziendale, riempirne le lacune, e rassicurare la popolazione. Abbiamo chiesto che fossero messe nero su bianco nel documento definitivo, anche perché il governo centrale ha previsto altri tagli sulla sanità; occorrono rassicurazioni concrete.»

«Le perplessità sono infondate – dichiara Antonio Saitta, assessore regionale alla sanità – perché si riferiscono a fasi intermedie della discussione, non al documento effettivamente approvato. Non si fa menzione a tagli o riduzioni, semplicemente a riordini interni e semplificazioni per liberare risorse da impiegare per migliorare l’offerta sanitaria. Gli ospedali di Pinerolo e Rivoli rimangono come sono, e non sono previste modifiche ai servizi, piuttosto alcune parti verranno potenziate. L’unico elemento di novità è che tutti gli ospedali lavoreranno in rete non soltanto all’interno della stessa azienda, ma anche tra aziende diverse, creando un’offerta diffusa sul territorio, che coinvolgerà anche figure diverse, come i medici di famiglia».

Saitta afferma che l’atto aziendale attuale è dato per definitivo e contiene tutti i dettagli che occorrono; ora la fase successiva è verificare se è coerente con la programmazione regionale. Quelli che restano ancora da realizzare sono i piani di assistenza territoriale. Tramite il lavoro dei direttori sanitari verrà definito il livello di servizio distretto per distretto e qui, presumibilmente, c’è spazio di manovra per richiedere specifici servizi da includere nei presidi locali e l’integrazione tra funzioni diverse, in aderenza alle esigenze più peculiari delle varie comunità.

«Il documento è frutto di un percorso complesso e strutturato – dice il consigliere regionale Pd Elvio Rostagno – che si posiziona in un periodo fluido anche per le assegnazioni non ancora completamente definite dei primariati ospedalieri. In un periodo di contrazione costante dei servizi, la preoccupazione di Pinerolo è quindi comprensibile. Il punto è fare in modo che l’ospedale di Pinerolo sia considerato centrale rispetto alla conformazione geografica del territorio, perché sicuramente per una gran parte della popolazione rimane un punto di riferimento che non può essere sostituito, ad esempio, da Rivoli».

L’unità di misura per definire la centralità o la secondarietà di una struttura ospedaliera è il numero di posti letto, per gestire i quali occorre personale, che naturalmente deve essere remunerato.

«Il Piemonte – continua Rostagno – si trova ancora nella fase di uscita dal piano di rientro, prevista per il 2016. Solo allora si potranno avere delle certezze. Nel frattempo è necessario solo essere attenti; per questo con i sindaci stiamo realizzando una serie di osservazioni sull’atto aziendale ricevuto per poi trasmetterle alla Regione».

Solo verso fine ottobre comunque si potranno avere dati certi sui quali lavorare a livello locale, perché verranno pubblicati documenti ufficiali più definitivi per quanto riguarda l’offerta territoriale.

C’è invece concordanza d’opinione per quanto riguarda le strutture sanitarie locali, come i presìdi di Torre Pellice e Pomaretto. Sia Saitta che Rostagno sono convinti che la lungodegenza o la convalescenza dopo un intervento od una fase acuta debbano essere completate in luoghi appositi, a media intensità.

Torre Pellice e Pomaretto sono già impostati come CAVS, vale a dire centri di Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria; questo permette al paziente di ridurre al minimo la permanenza in ospedale ed essere seguito attentamente nelle fasi successive in un centro attrezzato per farlo. L’atto aziendale approvato conferma il ruolo utile, nell’economia globale dell’offerta sanitaria, di questi ospedali.

Per ascoltare le diverse opinioni, è possibile far riferimento al sito di Radio Beckwith sul quale sono disponibili i file audio delle interviste.

Foto: Manifestazione per il sostegno degli ospedali di valle, settembre 2013, via