Le politiche di welfare e di inclusione sociale

Una serie di podcast organizzato dalla Federazione Regionale Piemontese dell’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa. Oggi il quarto e ultimo appuntamento 

 

GENIUS LOCI. Gestire i cambiamenti per creare comunità sostenibili è un ciclo di 4 podcast della Federazione Regionale Piemontese dell’AICCRE (Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa), realizzati grazie al contributo della Fondazione CRT e grazie al partenariato dell’Associazione Preziosa Ets, al sostegno della Città di Settimo Torinese, in collaborazione con ALI Piemonte (Autonomie Locali Italiane) e con LAboratorio di POlitiche dell’Università di Torino. Il ciclo è a cura di Davide Rigallo, Maria Peano, Stefania Barzon e Stefano Chicco.

 

L’epoca attuale è caratterizzata da rapidi e importanti cambiamenti (climatici, energetici, digitali, ecc.) che stanno avendo impatti sempre più marcati sulla vita delle persone, sulle realtà dei territori e sulle istituzioni chiamate ad amministrarle. Questi cambiamenti, se non adeguatamente gestiti innanzitutto nella dimensione politica territoriale, rischiano di avere conseguenze traumatiche sulle popolazioni, incidendo negativamente sui contesti socioeconomici e generando nuove forme di diseguaglianze nelle comunità. La capacità di gestire i cambiamenti per creare società sostenibili tocca pertanto direttamente la qualità del governo locale, che in questo compito fonda gran parte del suo rapporto fiduciario con i cittadini.

 

Questo ciclo di podcast vuole considerare gli aspetti problematici e le soluzioni sostenibili di tre dei grandi processi di transizione in atto: la transizione ecologica, la transizione digitale e le trasformazioni del welfare. E vuole farlo avvalendosi delle competenze di 4 figure intellettuali e politiche particolarmente attente ai cambiamenti in corso: Beppe Gamba, per la transizione ecologica; Giovanni Quaglia, per la necessità favorire relazioni nella gestione dei cambiamenti; Guido Boella, Vice Rettore dell’Università di Torino, per la transizione digitale; Franca Maino, dell’Università Statale di Milano, per analizzare gli impatti delle trasformazioni in corso sul welfare. 

 

Preceduto da una breve introduzione di inquadramento, ciascun podcast si sviluppa mediante un’intervista di 20 minuti condotta da Gian Mario Gillio ad ognuno dei 4 esperti.

 

Dopo la prima intervista con Beppe Gamba che potete riascoltare qui, e la seconda con Giovanni Quaglia che trovate qui, la terza con Guido Boella che trovate qui, oggi è il turno del quarto e ultimo appuntamento, in compagnia di Franca Maino,

tra gli esperti più rilevanti in materia di welfare state e politica sociale comparata. Professoressa presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano, è Direttrice Scientifica del Laboratorio “Percorsi di secondo welfare”. È Presidente della Fondazione Ufficio Pio di Torino. È componente del Comitato di direzione di “Stato e Mercato” e del Comitato scientifico dei Quaderni FMV della Fondazione Marco Vigorelli. Fa parte del Comitato scientifico dell’Alleanza contro la povertà e della Cabina di Regia del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza. Fa anche parte del Comitato scientifico e del Consiglio direttivo di AssoPrevidenza e dell’Assemblea dei soci di ActionAid Italia.

 

L’ ultima tappa di questo ciclo di podcast dedicato alle grandi transizioni del nostro tempo riguarda le politiche di welfare e di inclusione sociale. Mai come ora, infatti, le importanti trasformazioni in corso stanno sfidando direttamente il welfare state, ossia l’insieme delle politiche pubbliche che uno stato adotta per garantire l’assistenza e il benessere dei cittadini. Tanto la transizione ecologica, quanto quella digitale e quella demografica, stanno avendo effetti così importanti da indurre mondo politico e mondo della ricerca a pensare nuovi modelli di welfare, capaci di contrastare le nuove forme di povertà, di esclusione e di disagio che derivano proprio da questi cambiamenti. È una sfida decisiva in cui ne va della sostenibilità di strumenti fondamentali che toccano direttamente le nostre esistenze e che, da fine Ottocento sino a oggi, hanno  garantito lo sviluppo delle società regolate da sistemi democratici. Pensiamo alla previdenza sociale, all’assistenza sanitaria, all’istruzione diffusa, alle tutele negli ambienti di lavoro, all’accesso ad abitazioni sicure, ai sussidi in caso di invalidità, di licenziamento, ecc. 

 

Oggi – si sostiene da più parti – non è più possibile avere un approccio di welfare settoriale rispetto ai vari ambiti dei bisogni e alle varie categorie dei destinatari: le esigenze sono infatti sempre più interconnesse tra loro e i cambiamenti accrescono queste intersezioni. Ecco allora che dal mondo della ricerca giunge il modello di un welfare “eco-sociale”, fondato sul riconoscimento della connessione tra dimensione ambientale e dimensione sociale. Un welfare capace di rispondere in maniera “sistemica” agli effetti sociali dei cambiamenti, focalizzando le risorse su programmi a medio o lungo termine anziché su interventi di breve corso. Un welfare in grado di coinvolgere, in maniera organica, attori pubblici e soggetti privati nell’impiego di risorse per l’erogazione di servizi indispensabili. Un welfare, infine, dove istituzioni, come Regioni o Comuni, sono chiamate a progettare e intervenire per il benessere insieme a enti privati della finanza filantropica e del Terzo Settore. 

 

Ma quanto il mondo della politica, sia a livello centrale che locale, è pronto a recepire questi input  e a tradurli in azioni concrete al servizio delle persone?

 

Potete ascoltare il podcast cliccando sul seguente link o inquadrando il codice QR dall’ immagine qui sotto.

 

Buon ascolto!