Da «Più libri più liberi» l’appello delle riviste italiane di cultura

Spini: «nel Coordinamento delle riviste italiane di cultura (Cric) tre nuove adesioni. Tre nuovi ingressi per battere la politica del rancore»

 

«Sull’importanza del ruolo delle riviste di cultura dovremmo convenire tutti: le riviste sono animate da nuclei spesso di volontariato culturale, che ricercano e dibattono nel tempo in modo dialettico e approfondiscono quei problemi che non sono liquidabili in prese di posizione momentanee o d’occasione. Un ruolo importante nella più generale opera di fare cultura, di lavorare nella cultura, elemento determinante in ogni nazione», è quanto ha affermato Valdo Spini, presidente del Coordinamento delle Riviste Italiane di Cultura (Cric) e direttore dei «Quaderni del Circolo Rosselli». 

 

L’occasione era l’evento dal titolo: «Riviste di cultura, un patrimonio per la democrazia», a Più Libri Più Liberi kermesse libraria tenutasi dal 4 all’8 dicembre presso la Nuvola di Fucsas a Roma. 

Valdo Spini ha anche annunciato l’ingresso nel Cric, l’associazione che riunisce più di duecento riviste italiane di cultura, di tre nuove riviste: Nuovi Argomenti, diretta da Leonardo Colombati, una delle più importanti riviste letterarie e culturali del ’900, fondata da Alberto Moravia, Alberto Carocci e Pier Paolo Pasolini e diretta, negli anni, da firme quali Dacia Maraini, Emanuele Trevi. Nazione Futura, diretta da Pasquale Ferraro e fondata da Francesco Giubilei, rivista trimestrale di approfondimento politico, economico e culturale. Nata nel 2017, si propone come autorevole voce del mondo conservatore italiano. Il Contributo, diretta da Aldo Meccariello, è una rivista di filosofia  e scienze sociali curata dal centro per la Filosofia italiana ed edita da Vivarium novum, è «sede» per riflessioni storico scientifiche, approfondimenti teorici, laboratorio intellettuale.

 

Valdo Spini nel suo intervento ha infine rilevato: «Avvenimenti quali la guerra della Russia contro l’Ucraina, l’esplodere del conflitto in Medio Oriente, il documento Usa sui rapporti con l’Europa e la Nato ci hanno messo di fronte ad avvenimento per molti aspetti imprevisti, per lo meno nella loro dimensione e portata. 

Questa impreparazione – ha proseguito – riguarda soprattutto la politica ed è tra le cause di quel distacco che le cifre elettorali dell’assenteismo ci hanno fatto constatare. Non nascondiamoci – ha proseguito Spini –: il dibattito politico di lunga portata, del profondo dei problemi nel nostro paese e delle sue prospettive cede spesso il campo all’attacco polemico d’occasione. Abbiamo trattato qui a Più libri Più liberi del tema “La politica tra ragione e sentimento”, per constatare come a volte ci sia stato un terzo protagonista a fare la parte del leone: il rancore. Quel rancore su cui si sono costruite subitanei exploit elettorali al tempo stesso subitaneamente caduti. Oggi – ha detto infine – dobbiamo assumerci come riviste di cultura il compito di alimentare e nutrire di contenuti il dibattito politico di lungo periodo. Non semplicemente seguirlo ma alimentarlo originalmente. Se lo faremo, riusciremo a irrobustire la nostra democrazia».