Milano. Ambrogino d’oro a due evangelici
Attestato anche alla «Rete scuole senza permesso». Intervista a Mimma Guastoni, Simona Menghini e Leonardo Visco Gilardi
L’Ambrogino d’oro è la più alta onorificenza civica conferita dal Comune di Milano e viene assegnato ogni anno a persone e organizzazioni che si sono distinte per impegno e contributi speciali alla città in ambito sociale, culturale, ambientale e civile.
Tra le persone che il 7 dicembre riceveranno dal sindaco le quindici medaglie d’oro assegnate quest’anno, ci sono due evangelici, Mimma Guastoni e Leonardo Visco Gilardi, presidente dell’Associazione ex deportati dei campi nazisti (Aned). Inoltre riceve un attestato di civica benemerenza l’associazione «Rete scuole senza permesso» nella quale è volontaria da tre anni come insegnante Simona Menghini . Un bel riconoscimento per le nostre sorelle e fratello, da sempre attivi culturalmente e civilmente sul territorio milanese.
Rivolgiamo a loro alcune domande:
– Questo riconoscimento è assolutamente meritato rispetto alle molteplici attività di anni. Quali sono stati, e lo sono ancora, i vostri impegni sul piano culturale e sociale in questa città?
Mimma: «Il mio impegno culturale in passato è stato favorito dall’incarico di dirigere Casa Ricordi nel cui ambito ho pubblicato e promosso molti nuovi compositori oggi conosciuti e apprezzati in tutta Europa. Ho affrontato il colossale impegno di rieditare i capolavori del passato in edizione critica, offrendo a studiosi e al pubblico la possibilità di conoscere la volontà compositiva originale. Ho contribuito agli studi per la formazione degli artisti, insegnato italiano ai bambini immigrati e attualmente organizzo concerti e conferenze, oltre a seguire la gestione di alcune Fondazioni di cui sono consigliera, come la Casa della Cultura, la Fondazione Archivio Nono, la Fondazione Paolo Grassi…».
Leonardo: «Sono entrato nell’Aned (Associazione degli ex deportati nei lager nazisti, che rappresenta tutte le deportazioni, di quanti erano invisi al Terzo Reich e al suo disegno razzista di dominio: oppositori politici, partigiani, resistenti, ebrei, rom e sinti, testimoni di Geova, asociali, disabili, omosessuali, “diversi” in ogni modo) dopo il pensionamento, in quanto ho avuto entrambi i genitori impegnati nella Resistenza al nazifascismo e organizzatori di una rete di assistenza ai deportati nei lager di Bolzano in cui mio padre è stato internato e torturato come uno dei capi del Cln. Attualmente sono presidente della sezione milanese dell’Aned».
Simona: «Insegno da tre anni come volontaria nella scuola “Babalena”, che tiene corsi d’italiano gratuiti per stranieri due volte alla settimana e fa parte del circuito della “Rete Scuole Senza Permesso”. Questa è un’associazione aperta a tutti coloro che promuovono i valori dell’accoglienza, dell’uguaglianza e della giustizia sociale. L’attività è volta a promuovere l’inclusione, l’alfabetizzazione e la cittadinanza attiva, attraverso il diritto all’educazione e alla lingua come strumenti essenziali per la dignità, la vera integrazione, la partecipazione».
– Mimma, ti conosciamo in modo particolare per il tuo impegno e dedizione a “Musica al tempio”, che si svolge proprio nella chiesa di Milano. Ce ne vuoi parlare?
«Musica al Tempio è ormai alla sua tredicesima edizione e offre una stagione di 14 concerti di musica classica e jazz, organizza corsi di formazione musicale e conferenze. Gli obiettivi sono: offrire musica a ingresso libero, con eventuali donazioni, dare spazio e promuovere giovani talenti, ricercare e approfondire la conoscenza di repertori rari di valore e aprire alla musica contemporanea. Lavoriamo con grande armonia con un comitato direttivo e uno artistico composto da volontari».
– Quanto è contato il vostro essere evangelici nell’impegno lavorativo e di volontariato, in ambito culturale e civile nella città di Milano?
Mimma: «Non credo conti il fatto in sé di essere evangelica, ma credo che una solida educazione evangelica abbia rafforzato la volontà di aiutare gli altri e far emergere i talenti di ognuno. Atteggiamento sempre molto apprezzato in tutti gli ambiti del mio lavoro».
Leonardo: «Immagino che abbia avuto un certo peso, in quanto la formazione che ho ricevuto era basata sul senso di responsabilità, sull’impegno e sulla testimonianza».
Simona: «È un modo per restituire qualcosa di quello che ho ricevuto, di mettere a frutto un dono immeritato, un talento che per essere tale deve essere anche speso a beneficio degli altri, in linea con quello in cui credo».