Caltanissetta. Un incontro ecumenico per il Tempo del Creato

Affinché la cura per il Creato diventi un tema centrale tutto l’anno

 

«La giustizia ambientale – implicitamente annunciata dai profeti – non può più essere considerata un concetto astratto o un obiettivo lontano. Essa rappresenta una necessità urgente, che va oltre la semplice tutela dell’ambiente. Si tratta, in realtà, di una questione di giustizia sociale, economica e antropologica. Per i credenti, in più, è un’esigenza teologica […]. In un mondo dove i più fragili sono i primi a subire gli effetti devastanti del cambiamento climatico, della deforestazione, e dell’inquinamento, la cura del creato diventa una questione di fede e di umanità» (papa Leone XIV, decima Giornata mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, 2025). 

 

Dopo un’altra estate in cui la Sicilia è stata al centro di crisi ambientali causate dagli incendi, dalla scarsità dell’acqua le cui conseguenze si sono riverberate sulla produzione agricola e quindi anche sull’economia locale e i posti di lavoro; l’indissolubile legame tra giustizia ambientale e giustizia economica è quanto mai tangibile.

 

Come cristiane e cristiani siamo convocati dalla fede nel Dio fattosi Redentore a essere compartecipi del processo di cura e riconciliazione con il Creato. 

Ed è con questa consapevolezza che si terrà venerdì 3 ottobre alle 17, presso la parrocchia Sacro Cuore di Caltanissetta (via Sacro Cuore, 7), la Preghiera ecumenica per il Creato, risultato anche degli sforzi di Anna Wagemaker, già direttrice dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi di Caltanissetta, che da anni si impegna con successo a mantenere e organizzare la rete ecumenica in un territorio in cui le distanze generano facilmente dispersione. Ringraziandola, a mia volta rilancio l’invito a chiunque sia interessata e interessato a unirsi a noi in preghiera (anche solo con il pensiero) affinché le parole di Isaia, «Il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa» (35, 1), diventino una profezia per il presente e non per un futuro lontano; affinché nessuno viva la solitudine della fragilità economica e sociale; affinché la cura per il Creato diventi un tema centrale tutto l’anno e ogni anno all’interno delle agende comunitarie.