Cristo, il liberatore
Un giorno una parola – commento a Galati 5, 22
Dio manderà la sua grazia e la sua fedeltà
Salmo 57, 3
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo
Galati 5, 22
«Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi» (Gal. 5, 1). Il capitolo 5 della Lettera ai Galati esordisce ricordando il volto con il quale il Dio d’Israele si presenta al suo popolo: il liberatore. E liberatore si ripropone in Gesù. Liberatore dalle schiavitù a cui siamo obbligati e liberatore dalle nostre schiavitù interiori che, a volte, sono ancora più insidiose e alienanti, difficili da riconoscere e da correggere. Se è vero com’è vero che l’opera dello Spirito in noi produce amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, mansuetudine e autocontrollo, quante volte in una sola giornata constatiamo quanto poco ci abbia trasformato? Ce ne rammarichiamo. Preghiamo e preghiamo perché Lui ci rinnovi di più e meglio. Ma questo non è delegare all’intervento divino e indurci a passività e rassegnazione? No, se l’interpretiamo come invito all’abbandono, umile e filiale, a lasciarci abitare dal suo Spirito.
Gesù era interamente abitato dal suo Spirito. L’inabitazione s’afferma come nuova nascita, ri-creazione, vita nuova che prelude alla coabitazione nel suo regno. Ritorno alle origini, restauro di una condizione pre-natale o piuttosto nuovo percorso, nuovo inizio, nel quale il Signore ha deciso di mettersi in gioco per noi e con noi? L’innocenza dei primordi è perduta per sempre. Abbiamo conosciuto il male, il peccato nelle più aberranti declinazioni, ma grazie a Dio non ci siamo mai perduti del tutto. La sua mano destra ci ha afferrati fino all’estremità del mare. Nelle tempeste della vita ci ha teso una mano, ci ha dato forza dicendoci che sulle acque in burrasca si può camminare. Forse abbiamo perso l’ingenuità, la fiducia cieca del bambino che pende dalle labbra del genitore, ma, Lui, sempre Lui, ci ha permesso di acquistare consapevolezza, la coscienza del tormento che anela il suo trionfo. Amen.