«Il cuore oltre l’ostacolo»
A Torino dal 10 settembre cinque giorni di incontri al Festival delle migrazioni: Riforma è tra i partner
Torna a Torino il Festival delle Migrazioni, che da mercoledì 10 a domenica 14 settembre proporrà oltre trenta eventi in cinque giorni di incontri, spettacoli, concerti, cinema, laboratori e momenti conviviali, a ingresso gratuito. Tra i tanti ospiti di questa edizione, Anna Zafesova, Moni Ovadia, Samira Fall, Omar Giorgio Makhloufi, Lam Magok, Monica Perosino, Boban Pesov, Rosanna Paradiso, Parnian Javanmard, Paola Barretta, Nello Scavo.
Il festival, ideato e organizzato dalle compagnie teatrali «Almateatro» e «A.M.A. Factory 1», è giunto alla settima edizione. «Il cuore oltre l’ostacolo» è il tema scelto quest’anno, un invito a «mettere il cuore dove l’orizzonte si restringe, dove la realtà ferisce, dove sembrerebbe più semplice voltarsi».
Come ogni anno, Riforma – L’Eco delle valli valdesi collabora con l’organizzazione e proporrà quattro incontri: «Voci, corpi e resistenze femminili africane»; «Il nuovo patto europeo su immigrazione e asilo: controllo, diritti, frontiere»; «Scrivere di guerra e conflitti. Giornalismo e responsabilità delle parole»; «Ucrania-Russia: un conflitto che ci attraversa e ci riguarda».
«Viviamo un tempo attraversato da guerre, crisi sistemiche e disuguaglianze profonde – spiegano gli organizzatori –. I confini si moltiplicano, intere popolazioni vengono spinte ai margini della storia. Vogliamo rilanciare un’idea di umanità che si muove, resiste, immagina. “Il cuore oltre l’ostacolo” è un gesto politico e poetico: coltivare visioni anche quando il presente sembra cieco. È una chiamata collettiva all’impegno, alla responsabilità, alla solidarietà concreta. A stare dentro le contraddizioni del nostro tempo, senza smettere di cercare nuove strade per abitare il mondo insieme».
La rassegna sarà diffusa tra l’ex cimitero di San Pietro in Vincoli, la Scuola Holden, il Giardino Pellegrino, St’Orto Urbano, il Polo del ‘900, la Biblioteca civica «Italo Calvino» e la Fondazione «Sandretto Re Rebaudengo», trasformando Torino in un grande palcoscenico.