La Buona novella. Ridimensionati e contenti
La rubrica della redazione dedicata alle buone notizie
La notizia in sé è di una quindicina di giorni fa, ma non è certo una novità. Da decenni i Paesi in via di sviluppo e segnatamente il continente africano reclamavano una maggiore obiettività nella compilazione delle carte geografiche, che per secoli avevano offerto un’immagine sbilanciata delle superfici terrestri circondate dagli Oceani. Diciamo che gli europei si sono sentiti per lungo tempo “un po’ più grandi” di quanto non fossero nella realtà.
Un momento di svolta si era prodotto nel 1973, quando la Proiezione di Peters, dovuta al cartografo tedesco Arno Peters, pur distorcendo in parte i contorni dei continenti, aveva reso di fatto superata l’antica concezione della “proiezione di Mercatore” (sec. XVI) che, ai fini di una maggiore leggibilità, allargava le dimensioni delle terre emerse in prossimità dei Poli, a tutto svantaggio, per esempio dell’Africa.
Ora l’Unione africana sostiene l’iniziativa «Correct the Map», che per l’appunto intende restituire le giuste proporzioni ai vari Continenti: il progetto – scrive il Corriere della sera (21 agosto) – mira a sostituire nelle scuole le vecchie cartine, con quella, ancora successiva a quella di Peters, denominata Equal Earth, che si deve a B. Jenny, T. Patterson, B. Savri (2018). Ma attenzione: non sono solo movimenti terzomondisti, Ong, governi africani, insomma gente di buona volontà a sostenere questa rivoluzione geografica. Fra i soggetti che hanno adottato Equal Earth vi sono infatti anche nientemeno che la Banca mondiale e la Nasa.
Siamo felici che si affermi una rappresentazione più corretta delle dimensioni delle regioni del mondo; ma siamo felici anche di constatare che a volte, con costanza e pazienza, quelle che sono le istanze di pochi, di gruppi di volonterosi e di governi trattati ingiustamente possano essere recepite da chi ha responsabilità importanti nella conduzione di questo pazzo mondo. Per intanto, cominciamo a ben conoscere le sue dimensioni…
Foto: By Strebe – Own work, CC BY-SA 4.0,