Haiti. Rilasciata la missionaria presa in ostaggio

L’operatrice era stata rapita insieme ad altre sette persone. Nella prima metà del 2025 sono stati segnalati nel paese dei Caraibi 350 rapimenti e 3.141 omicidi

 

Gena Heraty, operatrice umanitaria irlandese presente ad Haiti da oltre trent’anni, è stata rapita il 3 agosto dall’orfanotrofio che gestiva a Kenscoff, una zona montuosa fuori Port-au-Prince. È stata trattenuta insieme a sette haitiani, tra cui un bambino, fino alla conferma del loro rilascio avvenuto mercoledì 27 agosto.

Secondo quanto riportato dal Guardian, uomini armati intorno alle 3:30 del mattino del 3 agosto hanno sfondato un muro e hanno fatto irruzione nel complesso dove vivevano il direttore e il personale dell’orfanotrofio. Gli aggressori sono andati direttamente all’edificio in cui alloggiava Heraty e se ne sono andati con nove ostaggi.

 

Non è ancora chiaro chi sia il responsabile del rapimento, sebbene alcuni rapporti colleghino l’attacco a Viv Ansanm, un’alleanza criminale attiva nella zona dal febbraio dello scorso anno. Il gruppo fa parte di una rete di bande che ha preso il controllo di ampie zone della capitale haitiana.

 

Il vice primo ministro irlandese, Simon Harris, ha espresso soddisfazione per il rilascio in una dichiarazione pubblica. «Accogliamo con grande favore la notizia che Gena e tutti i cittadini haitiani rapiti il ​​3 agosto, incluso un bambino piccolo, sono stati rilasciati e, a quanto pare, stanno bene e in sicurezza», ha affermato Harris.

 

Heraty, originaria di Westport, nella contea di Mayo (Irlanda), è stata un’operatrice umanitaria presso l’organizzazione Our Little Brothers and Sisters, residente ad Haiti da 32 anni.

L’orfanotrofio di Kenscoff, dove Heraty lavorava, ospita circa 270 bambini.

In una dichiarazione rilasciata dal Ministero degli Affari Esteri irlandese, la famiglia di Heraty ha espresso gratitudine a coloro che si sono adoperati per ottenere il rilascio. Hanno ringraziato il vice primo ministro, il Ministero degli Esteri irlandese, l’ambasciatore irlandese negli Stati Uniti e vari funzionari che hanno sostenuto l’iniziativa.

 

Le Nazioni Unite stimano che circa 350 persone siano state rapite nella prima metà del 2025 ad Haiti. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, nello stesso periodo sono state uccise almeno 3.141 persone. Le Nazioni Unite hanno affermato che l’85% di Port-au-Prince è sotto il controllo delle gang e che i gruppi armati hanno creato una crisi umanitaria, costringendo 1,3 milioni di persone a sfollare a giugno, come riportato dalla BBC.

 

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, ha avvertito che l’escalation delle attività delle gang minaccia di destabilizzare ulteriormente il Paese, diventato pericoloso anche per gli operatori umanitari.

 

A luglio, sei dipendenti dell’UNICEF sono stati rapiti durante una missione autorizzata nel territorio controllato dalle gang a Port-au-Prince. Uno è stato rilasciato il giorno successivo, mentre i restanti cinque sono stati trattenuti per tre settimane.