UMC, svolta etica negli investimenti
La Chiesa Metodista Unita annuncia il disinvestimento da governi coinvolti in occupazioni militari prolungate, tra cui Israele e Russia
L’agenzia principale per gli investimenti della Chiesa Metodista Unita (UMC), Wespath, ha avviato l’attuazione e l’estensione della risoluzione approvata nel 2024 dalla Conferenza Generale, massimo organo legislativo della denominazione. Si tratta di un risultato significativo per la campagna internazionale Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), che giunge dopo anni di mobilitazione dal basso da parte del movimento United Methodists for Kairos Response (UMKR).
Dopo la Chiesa presbiteriana degli Usa, anche l’UMC – una delle più grandi chiese cristiane al mondo – intraprende un’azione storica: disinvestire ed escludere dai propri portafogli i titoli di Stato emessi da governi che portano avanti occupazioni militari illegali e protratte, nello specifico Israele, Turchia, Marocco, Russia. La misura dà così piena attuazione alla risoluzione votata dalla Conferenza Generale della Chiesa nel 2024.
La risoluzione era stata redatta e promossa dal movimento per la giustizia sociale UMKR, che ha ispirato Wespath a rafforzare ulteriormente il proprio quadro etico di investimento, estendendolo anche ad altri contesti segnati da occupazioni militari prolungate, regimi autoritari e violazioni sistematiche dei diritti umani.
«Questo nuovo approccio agli investimenti riflette in modo fedele i Principi Sociali della nostra Chiesa. Siamo orgogliosi che la risoluzione di UMKR abbia ispirato un’azione ancora più ampia a favore dei diritti umani da parte di Wespath», ha dichiarato Lisa Bender, co-presidente del comitato direttivo di UMKR.
L’attuazione della risoluzione rappresenta un successo importante per il movimento palestinese BDS, di cui UMKR fa parte, e segna un passo per ridurre il coinvolgimento indiretto dei Metodisti Uniti nelle politiche di Israele, accusato di mantenere un regime di apartheid e un’occupazione militare dei Territori Palestinesi che dura da oltre settant’anni.
L’annuncio di Wespath arriva in un contesto di crescente indignazione internazionale per l’offensiva israeliana contro Gaza e per l’espansione delle politiche di annessione, violenza e trasferimenti forzati in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Un’ondata di proteste che si riflette anche in azioni più incisive da parte di vari governi e in un aumento delle richieste di sanzioni contro Israele all’interno del Congresso degli Stati Uniti.