Pastore battista arrestato per un cartello a sostegno di Palestine Action
Il gruppo è stato recentemente inserito dal governo britannico nella lista delle organizzazioni terroristiche
Un pastore battista è stato arrestato dopo aver esposto un cartello in sostegno di Palestine Action, gruppo recentemente dichiarato organizzazione terroristica.
James Grote, pastore battista sessantenne di Bicester, cittadina della contea dell’Oxfordshire, in Inghilterra, si trovava domenica 24 agosto in Bonn Square a Oxford con uno striscione che recitava: «Mi oppongo al genocidio, sostengo Palestine Action». È stato fermato dagli agenti della Thames Valley Police.
Il mese scorso, il governo britannico ha inserito Palestine Action nella lista delle organizzazioni terroristiche, dopo che alcuni suoi membri erano penetrati nella base RAF Brize Norton causando danni agli aerei stimati in circa 7 milioni di sterline.
Prima della manifestazione, Grote aveva dichiarato di non essere membro del gruppo, ma di sostenerne le azioni: «Appoggio il loro impegno a fermare chiunque, nel Regno Unito, fornisca armi per la guerra a Gaza. Palestine Action ha danneggiato edifici e proprietà, non persone: questo non è terrorismo. Il terrorismo è radere al suolo Gaza con i bombardamenti. Lo è stato anche il massacro del 7 ottobre da parte di Hamas».
La polizia ha confermato l’arresto e spiegato che l’uomo è stato rilasciato su cauzione, in attesa delle indicazioni del pubblico ministero.
«Il diritto di manifestare in maniera lecita è garantito. Tuttavia, comportamenti che sconfinano nella criminalità sono soggetti a indagine e possibile azione penale», ha dichiarato la Thames Valley Police.
Dal momento in cui Palestine Action è stata bandita, sostenere o dichiarare appoggio al gruppo costituisce reato ai sensi del Terrorism Act 2000, punibile fino a 14 anni di carcere. La Metropolitan Police ha riferito che 67 persone sono già state incriminate per lo stesso motivo durante proteste svoltesi a Londra il 5 e il 12 luglio scorsi.
La ministra dell’Interno Yvette Cooper ha difeso la decisione del bando, affermando che si è basata su «forti indicazioni di sicurezza a seguito di gravi attacchi compiuti dal gruppo» e sulla scoperta di «piani e intenzioni per ulteriori azioni». «Molti forse non conoscono la vera natura di questa organizzazione, ma le valutazioni sono chiare: non si tratta di un movimento non violento», ha aggiunto.