Al fianco di Cristo, all’ultimo posto 

Un giorno una parola – commento a Luca 14, 10

 

Sarai una splendida corona in mano al Signore, un turbante regale nel palmo del tuo Dio

Isaia 62, 3

 

Gesù disse: «Quando sarai invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, affinché quando verrà colui che ti ha invitato, ti dica: “Amico, vieni più avanti”. Allora ne avrai onore davanti a tutti quelli che saranno a tavola con te»

Luca 14, 10

Sembra la scena di una commedia dei nostri giorni: gli invitati ad un importante evento mondano sgomitano per accaparrarsi i primi posti, salvo poi venire retrocessi agli ultimi. «Notando come gli invitati sceglievano i primi posti» (v. 7) Gesù racconta quella che l’evangelista definisce una «parabola», ma che in realtà è più che altro un discorso esortativo. Ecco, dice Gesù, può accadere che tu ti sia appena installato in uno dei posti d’onore, quando arriva un ospite davvero di riguardo, e il padrone di casa viene e ti chiede di cedergli il posto. Così finisci relegato in ultima fila, «con tua vergogna» (v. 9). Meglio quindi mettersi all’ultimo, non al primo posto.

 

«Quando Cristo è venuto nel mondo – commenta François Bovon – non vi era posto per lui (Luca 2,7). È venuto ugualmente, e si è installato tra i poveri. È da lì che ha fatto scaturire la novità; è anche da lì che ha potuto avvenire la sua elevazione. È bene, per gli umani, mettersi al suo fianco, in basso, all’ultimo posto» (François Bovon, L’Évangile selon Saint Luc, Labor et Fides, Ginevra 1996, vol. IIIb, p. 433).

 

Bovon mette in parallelo il concetto di gloria/onore (in greco: doxa) nei Vangeli di Luca e Giovanni: «Così come la gloria del Cristo giovannico (la stessa parola doxa che troviamo al v. 10) si irraggia nell’elevazione infamante su una croce, che è il supplizio più umiliante (Giovanni 17, 5.24), allo stesso modo il credente, alle nozze profane come alle nozze sacre, si installa all’ultimo posto. Così si compirà il cammino dall’umiltà alla gloria, l’ascensione (“vieni più avanti”, letteralmente “più in alto”) proposta a colui che riceve il bel nome di amico (fìle); movimento inverso rispetto a quello che porta dalla millanteria alla confusione» (ibidem).