Non è “tuo figlio”, è “tuo fratello”

Un giorno una parola – commento a Luca 15, 32

 

Il Signore riprende colui che egli ama, come un padre il figlio che gradisce

Proverbi 3, 12

 

Il padre disse al figlio maggiore: «Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita era perduto ed è stato ritrovato

Luca 15, 32

 A ben guardare la parabola del figliol prodigo non è una storia a lieto fine. La sua conclusione è aperta: chissà se la gioia sarà completa, ovvero se il figlio maggiore si lascerà convincere dal padre ed entrerà a far festa, abbracciando il fratello minore che «era perduto»?

 

La storia è nota come «parabola del figliol prodigo», ma forse non è un titolo appropriato, perché in realtà il personaggio principale è il padre: per questo la Traduzione interconfessionale in lingua corrente (Tilc) la intitola «La parabola del padre misericordioso». Un padre amorevole che non solo perdona senza condizioni il figlio che ha sperperato la sua eredità «vivendo dissolutamente» (v. 13), ma che con grande pazienza cerca di convincere il fratello maggiore, il bravo ragazzo che ha sempre filato dritto e che – come il profeta Giona di fronte alla facilità con cui Dio fa grazia alla città peccatrice, Ninive (Giona 4, 1ss.) – è profondamente irritato per la misericordia del padre.

 

È questo il vero dramma della parabola: l’incapacità del figlio maggiore non solo di accettare la misericordia paterna, ma anche di riconoscere nuovamente un fratello nel figliol prodigo, un fratello che era morto ed è tornato in vita, che era perduto ed è stato ritrovato. Incapacità evidenziata dal dialogo tra padre e figlio maggiore. Questi dice al padre, con tono sprezzante: ecco, torna a casa questo tuo figlio, e tu ammazzi il vitello grasso. Il padre risponde con la stessa costruzione, ma cambiando il sostantivo. «Questo tuo figlio», dice il primogenito; «questo tuo fratello», ribatte il padre. È un dialogo che ricorda certi litigi familiari, quando i genitori discutono a causa dei figli e uno dice all’altro: tuo figlio ha fatto questo, e l’altro genitore ribatte: guarda che quello che chiami mio figlio è anche tuo figlio. Qualcosa di simile accade anche nella parabola. Quello che tu chiami «questo tuo figlio» è in realtà «tuo fratello». Vuoi rendertene conto? Vogliamo tutti rendercene conto? Amen.

 

Immagine: Lucio Massari, Il ritorno del figliuol prodigo (1614)