Dove sono oggi centro e periferia?

La pratica del “bene della città” nella serata pubblica del Sinodo valdese

 

Una serata pubblica straordinariamente di domenica sera, quella dedicata a «Cerchiamo il bene della città? Nuovi patti per territori che cambiano», tenutasi nel tempio valdese di Torre Pellice. Compito non semplice quello dei due moderatori, Susanna Ricci e Gian Mario Gillio, che si sono trovati davanti molti ospiti e diverse domande a cui ogni amministratore voleva e poteva portare il proprio contributo. Gli ospiti della serata erano infatti la sindaca di Rorà (To) Claudia Bertinat; il vicesindaco Gianni Desanti e l’assessora alle Politiche Sociali e Istruzione Mimma Moscatiello di Omegna (Verbano-Cusio-Ossola), Tommaso Cuoretti, sindaco di Londa (Firenze), Comune nel quale l’Ottopermillevaldese (Bando STAI) ha sostenuto una scuola di formazione per una economia della rigenerazione territoriale nelle aree interne e montane, e Giuseppe Alfarano, sindaco di Camini (Reggio Calabria), dove è attivo un progetto di rigenerazione sociale (al femminile) promosso da Mediterranean Hope (Fcei) .

 

Ovviamente molti gli spunti di discussione lanciati dalle domande, raccolte durante i primi due giorni di Sinodo da parte di Roberto Davide Papini. Si è quindi cercato di evidenziare alcuni macrotemi: quello legato alla partecipazione, soprattutto dei più giovani, alla vita politica e la difficoltà a trovare spazi adeguati; quello del patto sociale e dei legami con il territorio e con le persone che lo vivono e lo abitano, che in un piccolo Comune è sicuramente più facile da gestire; quello dell’“abbandono” dei piccoli enti da parte dello Stato. Altre parole chiave della serata sono state: tutela delle minoranze, invecchiamento della popolazione, marginalità, custodia del territorio, integrazione e accoglienza.

 

Temi che sono spesso toccati e sostenuti dalla Chiesa valdese grazie all’Otto per Mille e verso cui è arrivato un apprezzamento condiviso per gli interventi di sostegno che, con piccole gocce su tutto il territorio nazionale, vanno a coprire, almeno in parte, dei grandi vuoti lasciati dallo Stato che nel corso degli anni ha ridotto, anche se solo di poco, i trasferimenti verso gli enti comunali; ma a volte anche solo lo 0,1% di riduzione significa rinunciare a servizi essenziali…

 

Nel suo intervento conclusivo, la moderatora Alessandra Trotta, oltre a ringraziare gli amministratori presenti (ed effettivamente trovare spazi pubblici dove si dà voce ai piccoli Comuni non è così usuale) ha sottolineato principalmente due questioni e ha consegnato al pubblico una riflessione. «Ho ascoltato come ci sia sempre di più un distacco, una disaffezione e una sfiducia verso le istituzioni. Come Chiesa valdese difendiamo, da sempre, questo ruolo per noi fondamentale nella vita democratica dello Stato. È necessario dare fiducia agli enti (soprattutto quelli sovracomunali, in quanto i municipi sono ancora un baluardo che tutela i cittadini) e al contempo questi devono “rendere conto” di ciò che viene svolto grazie alla nostra fiducia che si manifesta con voti e risorse economiche».

 

Il primo aspetto che è stato commentato è quello del “centro”. Provocatoriamente il sindaco di Londa sostiene che il suo piccolo Comune sia il vero centro, mentre la periferia, la marginalità sia la grande città: Firenze. «Che cosa è il centro – si è chiesta Trotta –? Qual è il suo vero significato? Ritengo che, anche se piccolo, il centro non si debba sempre considerare periferia o diaspora, ma abbia un suo significato e un suo ruolo nella nostra società. Infine, il secondo aspetto che mi sento di evidenziare è quello del ruolo che gioca la comunità, in senso lato e non solo quella legata al mondo delle chiese. Ricollegandomi al discorso fatto in precedenza non contano le dimensioni dell’ente in cui si partecipa alla vita pubblica ma il modo in cui lo si fa».

 

E l’invito è proprio quello a partecipare, a non tirarsi indietro e perché no, anche a rischiare, a commettere in buona fede anche degli errori.

 

 

 

Foto di Martina Caroli