Respira, spera! Tra pace e speranza

A fine luglio vicino Bordeaux si è tenuto “Le Grand Kiff”, il raduno giovanile organizzato dalla Chiesa protestante unita di Francia, a cui ha partecipato anche un nutrito gruppo di giovani italiani

 

Di Valerie Moncaubeig*

 

 

Durante un seminario proposto e animato dalla Cepple (Conferenza delle Chiese protestanti dei Paesi latini d’Europa) a ottobre 2024 a Malaga sul tema «Una Chiesa senza vocazione? Riflessioni sulla crisi dell’impegno», si è potuto riflettere con una ventina di persone, perlopiù ministri di culto, appartenenti alle chiese portoghesi, spagnole, francesi, svizzere, italiane e belghe sulla situazione delle chiese dell’Europa del Sud. È emerso, tra le varie considerazioni fatte, che è necessario reinventare delle nuove forme di impegno nella Chiesa per contrastare il disincanto dei giovani nell’impegnarsi in percorsi diaconali e di fede nelle nostre chiese.

 

Il Comitato della Cepple, della quale l’Unione delle chiese valdesi e metodiste, e l’Unione cristiana evangelica battista d’Italia fanno parte come membri attivi, si è riunito per il consueto incontro semestrale e, desideroso di sostenere la gioventù delle nostre chiese, ha deciso di promuovere presso le chiese membro della Conferenza Le Grand Kiff: il grande raduno giovanile, organizzato ogni 3-4 anni dalla Chiesa protestante unita di Francia, dal titolo «Respira, spera. Ricevere la Sua pace per agire con speranza», che si è tenuto dal 25 al 29 luglio.

 

Da Bari, Bergamo, Cagliari, Milano, Mondovì, Napoli, Roma, Torino, 36 giovani hanno accettato la sfida di un’avventura tutta speciale! Un viaggio a tappe dove il gruppo si è formato poco a poco: Roma, Milano, Torino per arrivare a Lione dove ci siamo aggregati a un gruppo di altri 70 ragazzi e ragazze francesi, per giungere alla destinazione finale: La Force, vicino Bordeaux. Si poteva scegliere di fare un viaggio più diretto, via aereo, per rispondere al bisogno di immediatezza insito in ognuno di noi nell’era del mondo della connessione ad alta velocità! Invece, si è preferito vivere il viaggio come un tempo per distaccarsi dalla quotidianità, un tempo per conoscersi meglio, prima di vivere Le Grand Kiff

I giovani e le giovani del gruppo Italia, provenivano per la maggior parte dalle chiese battiste, ma abbiamo avuto la gioia di contare nel gruppo anche due ragazzi della chiesa valdese e una ragazza pentecostale.

 

Ci siamo ritrovati a La Force il 25 luglio verso le 16, felici di essere arrivati dopo un viaggio durato circa di 24 ore per chi partiva da Roma… Vi lascio immaginare quante ore per quelli partiti da Bari o da Cagliari! Impazienti di scoprire la vita da Kiffeurs e Kiffeuses nel campo allestito su un sito vergine appartenente alla fondazione “John Bost”, che cura circa 2000 persone diversamente abili, la prima grande sfida che ci siamo trovate e trovati ad affrontare è stato il montaggio delle tende gentilmente messe a disposizione dall’organizzazione del raduno: era la prima volta per la maggior parte dei ragazzi! Abbiamo finito l’allestimento col buio sotto un bell’acquazzone, tanto per entrare nel vivo del clima francese! Le giovani e i giovani sono stati molto bravi ad adattarsi alla vita del campeggio, non sempre comodissima e per alcuni versi “spaventosa”. Alla fine dei cinque giorni ciascuno ha capito se è fatto per il campeggio o meno!

 

La seconda sfida è stato il cibo! Per gli italiani è un tasto dolente adattarsi al cibo straniero! Abbiamo cominciato con la voglia di cappuccino appena varcate le Alpi: una delusione sia per il prezzo (5 euro) sia per il gusto (“Non è come in Italia!”)! Ma abbiamo anche imparato a sperimentare cibi e sapori nuovi.

La terza sfida è consistita nella barriera linguistica: l’organizzazione del Grand Kiff aveva previsto delle radioline per la traduzione dal francese dei culti del mattino organizzati sotto un grande tendone da circo, però durante le diverse attività della giornata e i giochi, i giovani e le giovani hanno dovuto esercitare le loro doti linguistiche e lasciarsi alle spalle timidezza e vergogna.

 

È valsa la pena di affrontare queste sfide. Si sono stabiliti nuovi legami di fratellanza sia all’interno del gruppo, prima di tutto, ma anche con quelli “oltre il confine”, soprattutto portoghesi e francesi che abitano nelle regioni limitrofe all’Italia.

Ci sono stati tanti “momenti forti e commoventi”: l’arrivo  dei pullman colmi di giovani al Grand Kiff; suonare il Bao-Pao con le persone ricoverate presso la fondazione John Bost; lodare Dio con canti molto coinvolgenti (qui in fondo all’articolo trovate un link che rimanda ai canti: ascoltateli e gusterete un po’ dell’atmosfera che ci ha accompagnato); che gioia vedere cinque dei nostri salire sul palco e condurre l’assemblea durante il culto attraverso la lettura in francese di alcune preghiere di intercessione, seguite dal “Padre Nostro” in italiano recitato all’unisono da tutta l’assemblea del Grand Kiff, facendoci sentire semplicemente Uno in Lui al di là delle lingue, delle etnie e nazionalità.

Il viaggio di ritorno non è stato meno avventuroso, anzi forse ancor più ricco della consapevolezza del dono prezioso appena ricevuto che ha spinto molti a programmare di rivedersi quanto prima, magari ad un prossimo campo o per un bel culto giovani in chiesa.

 

Il Signore è stato buono come sempre! Questa meravigliosa avventura si è potuta realizzare, garantendo un prezzo contenuto per le famiglie grazie al sostegno della Cepple e della Chiesa protestante Unita di Francia, che hanno coperto i costi del campo stesso, grazie a diverse borse di viaggio ricevute dalle Associazioni regionali battiste (Lombardia, Lazio, Puglia), dalle nostre chiese, da parte di singole persone generose, e infine dall’Ucebi stessa, che ha stanziato un importo cospicuo oltreché dare un grande sostegno nella persona del presidente Alessandro Spanu.

Ringraziamenti vanno a: Camilla Monacciani dell’AISA per averci dato consigli sulla logistica; Arianna Tartarelli, Ivano De Gasperis e Marcoantonio Pascale per esserci stati come membri della staff attenta, amorevole e sempre sul pezzo; infine, ai partecipanti che si sono messi in gioco e i genitori per la fiducia.

Preghiamo perché la speranza rimanga salda nel cuore dei ragazzi e ragazze, e che Dio possa guidarli sulla via della Vita.

 

* delegata per l’Italia nel Comitato della Cepple