Fare tesori in cielo

Un giorno una parola – commento a Matteo 6, 20-21

 

Gli uomini del volgo non sono che vanità, e i nobili non sono che menzogna; messi sulla bilancia vanno su, tutti assieme sono più leggeri della vanità

Salmo 62, 9

 

Fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore

Matteo 6, 20-21

 

 

 

“Fatevi tesori”. Il credente è invitato a operare per costruire dei tesori, ma quali sono tali tesori? Certamente non accumulando beni prodotti dalla bramosia del potere umano, né della vanità o della violenza sui miseri.

Una bella risposta a questa esortazione di Gesù, la si può trovare in una parabola: il ricco stolto. Costui si rallegra della raccolta straordinaria frutto del lavoro nei campi. Ora con tutti quei beni può guardare al futuro con serenità. Però Gesù avverte: ‘Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata e quello che hai preparato di chi sarà?’ (Luca 12, 20). Tale parabola ci insegna a svalutare i beni umani togliendo ad essi il valore assoluto. L’apostolo Paolo ricorderà che il cristiano è colui che non si conforma allo schema di questo mondo e quando usa le cose di questo mondo è come se non le usasse! (cfr. I Corinzi 7, 31).

 

Dunque, cosa devono essere i tesori che troviamo nel corso del nostro vivere? Non vi è un elenco di tesori buoni o di tesori cattivi, ma il nostro brano evangelico ci rende attenti al luogo dove conservare tali tesori. Gesù ci chiede di “fare tesori in cielo”. Questo vuol dire innanzi tutto che i tesori non ci appartengono e che dobbiamo interpretarli come una benedizione ricevuta da Dio: tesori in cielo!

 

Usiamo tutto quanto è frutto del nostro operare non per innalzare con orgoglio noi stessi, ma per dare gloria a Dio. Così noi li possiamo accogliere come possibilità di donare amore e pace al nostro prossimo. Frutti preziosi perché permettono ai molti di avere speranza per il loro futuro; frutti preziosi perché permettono la riconciliazione tra nemici; frutti preziosi per rendere manifesta l’opera del Regno di Dio. Amen.