La Chiesa d’Inghilterra si dota di strumenti giuridici per gestire il tema degli abusi
Importante risoluzione del Sinodo della chiesa anglicana con al centro il pensiero per le vittime
La Chiesa d’Inghilterra ha accantonato 150 milioni di sterline da utilizzare per i risarcimenti alle persone vittime di abusi avvenuti in ambito ecclesiastico.
Il provvedimento è stato approvato dall’ organo parlamentare della denominazione anglicana, il Sinodo generale riunito a York, dopo quattro anni di dibattito e discussione, e sarà operativo una volta ricevuta l’approvazione parlamentare e l’assenso reale.
Lo schema di riparazione prenderà in considerazione non solo l’abuso, ma anche la negligenza di ministri di culto o funzionari della chiesa che possono non aver creduto alle denunce o non hanno agito nonostante le informazioni in loro possesso relativi a un abuso.
L’approvazione della misura stabilisce le basi giuridiche per il regime, compresi i criteri di ammissibilità, i tipi di abuso coperti e le disposizioni per i contributi della Chiesa e le garanzie finanziarie; e le regole dettagliano le procedure operative, compresi i processi di domanda, i criteri di valutazione, i meccanismi di ricorso e i protocolli di protezione dei dati.
Il progetto sarà gestito in maniera indipendente rispetto alla chiesa, idea cardine e centrale per garantire autonomia di giudizio, e offrirà non solo un risarcimento finanziario, ma anche scuse formali, riconoscimento del fatto, supporto terapeutico e altre forme di risarcimento su misura. Con il contributo dei sopravvissuti agli abusi e dei professionisti del settore prevenzione e salvaguardia, mira a incarnare un approccio informato sul trauma e incentrato sulla persona.
Phil Johnson, una vittima degli abusi legati alla Chiesa e membro del consiglio di amministrazione del progetto di riparazione, ha accolto con favore il voto: «Sono sollevato e lieto che il Sinodo abbia votato per approvare lo schema di riparazione. È il culmine di anni di duro lavoro e quando si aprirà, farà un’enorme differenza nella vita delle persone. Per la Chiesa, è un’opportunità per rettificare parte del danno che è stato fatto».
Durante il dibattito il vescovo di Winchester, Philip Mounstephen ha reso omaggio a tutti coloro che hanno sviluppato il progetto: «Oggi segna un passo significativo e gradito nel fornire un risarcimento tanto necessario per le vittime degli abusi legati alla Chiesa. Una volta operativo, questo schema gestito in modo indipendente e incentrato sui sopravvissuti sarà una risposta cruciale a un chiaro bisogno. Farà una vera differenza nella vita delle persone, offrendo non solo un risarcimento finanziario, ma scuse sincere, riconoscimento e cura, trattando i sopravvissuti con l’equità, la compassione e la dignità che meritano».
Philip Mounstephen, vescovo di Winchester ha dichiarato che si tratta di «un passo davvero significativo e atteso. Stiamo rispondendo a un bisogno chiaro e urgente. L’abuso si fonda sulla segretezza, la coercizione, la paura. Succede al buio, sia letteralmente che metaforicamente. E questo è l’esatto opposto di tutto ciò di cui parla il vangelo di Gesù Cristo. La vita in Cristo riguarda la pienezza della vita, si rallegra nella luce ed è per questo che è un’offesa così spaventosa sia contro Dio che contro i nostri vicini non dovrebbe mai accadere nella vita della chiesa».
Un sito web pubblico aprirà da venerdì 18 luglio per consentire ai potenziali interessati di registrare il loro interesse e ricevere una notifica anticipata della data di apertura ufficiale del progetto una volta che sarà nota. I potenziali candidati possono registrare il loro interesse visitando da venerdì questo portale: www.redresscofe.org
Il voto storico di lunedì scorso è un ulteriore passo nel processo legislativo in materia di abusi compiuto dalla Chiesa d’Inghilterra, scossa in questi anni da vari casi di abusi e di inerzia nei confronti delle denunce ricevute. Il vertice dello scandalo è giunto a cavallo fra il 2024 e il 2025 con le dimissioni dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, accusato proprio di non aver agito con fermezza quando messo a conoscenza di inequivocabili casi di reiterati abusi compiuti da un volontario dei campi estivi per ragazze e ragazzi organizzati da una chiesa locale.