Ventotene, l’isola che cura

Vero e proprio l’luogo dell’anima, porta con sé la storia politica e l’apertura a nuovi orizzonti

 

Arrivando sull’isola di Ventotene, salendo dal porto, ci si imbatte quasi subito in piazzetta Europa. Davanti alla biblioteca comunale, un tempo frequentata dai confinati politici, è collocata la stele che ricorda Altiero Spinelli su cui sta scritto: «Guardavo sparire l’isola nella quale avevo raggiunto il fondo della solitudine (…) Con me non avevo per ora, oltre che me stesso, che un Manifesto, alcune Tesi e tre o quattro amici… 18 agosto 1943». Come è noto, alcuni giorni dopo Spinelli sarebbe approdato a Milano in casa Rollier, insieme a Ursula Hirschmann e ad altri, e poi a Torre Pellice, dove c’è un’altra targa che ricorda che è dai piccoli luoghi che passa la storia. Tra Ventotene e Torre Pellice c’è adesso un gemellaggio, oltre che un comune sentire sull’idea di libertà e uguaglianza.

 

Poco dopo si arriva in piazza Castello dove recentemente è stato riprodotto il testo del Manifesto di Ventotene, nel tentativo di ridare centralità alla storia e alla memoria. Intorno alla piazza vi sono alcuni ristoranti – già mense dei confinati divise in base alle appartenenze ideologiche – e poi la libreria Ultima Spiaggia che è attiva nel promuovere cultura, dal Festival Gita al Faro curato da Loredana Lipperini alla Natalonga per l’Europa, una nuotata dall’isolotto di Santo Stefano, su cui spicca il carcere borbonico, a Ventotene. Promossa nella seconda metà di giugno da Eric Joszef di EuropaNow, la manifestazione consta di vari appuntamenti (libri e film) con un aperitivo europeista, quest’anno alla presenza di Tatiana Bucci, e una lezione del musicologo Matteo Manzitti sulla Sinfonia n. 9 di Beethoven, che ha dato all’Unione Europea il suo l’inno, l’“Inno alla gioia”. Il male si sconfigge solo insieme, questo è il messaggio.

 

Dopo aver scoperto che il libraio Fabio Masi è anche editore, vengo attratta da alcuni libri. Ventotene è ricca di storie al plurale. Infatti, L’isola delle storie è una raccolta di racconti inediti scritti ogni anno per il Festival, ma per conoscere le storie dei confinati politici e degli isolani sotto le leggi speciali durante il fascismo c’è il libro di Filomena Gargiulo Ventotene. Isola di confino, entrambi pubblicati da Ultima Spiaggia. Trovo anche di Anna Foa Andare per i luoghi di confino (il Mulino), con altre isole come Favignana, le Tremiti, Lipari, Lampedusa e Ponza, e altri nomi come Sandro Pertini, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, Camilla Ravera, Natalia Ginzburg, Emilio Lussu, i fratelli Rosselli. Dagli anni Trenta, questi luoghi desolati sono diventati prigioni senza muri, non solo per i dissidenti politici, spesso ebrei, ma anche per omosessuali, rom e sinti, testimoni di Geova. Fa ancora impressione.

 

Tra un mare meraviglioso e passeggiate nei luoghi storici, emerge un passato doloroso fin dai tempi dei romani quando vennero esiliate Giulia e le altre, donne accusate di adulterio o comunque eretiche, con cui non si può non solidarizzare. Soprattutto dopo aver ascoltato le guide locali che ne rievocano le vicende con passione – spesso da autodidatte – e fanno scoprire l’anima autentica di quest’isola. Ma è nel romanzo di Fabrizia Ramondino L’isola riflessa, ripubblicato da Nutrimenti, che si scopre quanto Ventotene sia un’isola che cura. L’intreccio di storia, cultura e natura diventa un modo per rispecchiarsi e per scoprire le tante sfumature esistenziali, riflesse nei profumi della macchia mediterranea. E poi i tramonti e le albe, in una pace interrotta solo dal grido dei gabbiani o, all’imbrunire, dal verso delle berte che emettono un richiamo simile a un lamento o al pianto di un bimbo. È un suono che ha ispirato il mito delle sirene. “Ulisse” è anche il titolo di un podcast Fandango di Massimiliano Coccia sulla vita di Altiero Spinelli, con interviste tratte da Radio Radicale. Così la storia diventa esperienza vivente.

 

Ventotene è una riserva naturalistica e area marina protetta, luogo di approdo di uccelli migratori, un tempo cacciati dai locali che erano poverissimi, e che oggi alle migrazioni hanno dedicato un Museo ornitologico in cui, nelle sere d’estate, la direttrice scientifica racconta anche i miti e le leggende sulle costellazioni, visibili dalla terrazza. Le donne sono protagoniste a Ventotene, testimoni di una vitalità che viene trasmessa dalla «disposizione o indisposizione verso la speranza», scrive Ramondino. Alcune famiglie vivono sull’isola tutto l’anno ma in passato in tanti sono emigrati, e anche per loro e i loro discendenti l’isola è un luogo dell’anima. Qui si elaborano i lutti e i distacchi e nascono i sogni. Fu così per il sogno d’Europa, oggi più attuale che mai.

 

 

Foto di Sailko