
Human forever
Un documentario su una nuova prospettiva su come vedere e vivere le demenze
È stato presentato ieri, martedì 8 aprile, in anteprima a Villar Perosa, al Cinema delle Valli, il documentario “Human forever”, che mette al centro dell’attenzione le demenze, offrendo uno sguardo diverso su questa malattia che riguarda milioni di persone oggi e che domani potrebbe riguardare anche noi stessi (1 persona su 5 nel 2050 si stima che potrebbe essere affetta da una qualche forma di demenza). La pellicola uscita nel 2023 è nata da un’idea dell’olandese Jonathan De Jong e nel corso di questi anni sta riscuotendo un grande successo di pubblico, essendo distribuita in oltre 20 paesi in tutto il mondo. Grazie all’interessamento della Diaconia valdese e soprattutto grazie alla grande rete di vari attori privati e pubblici che hanno iniziato a lavorare sul territorio con varie iniziative (Caffè Alzheimer, Comunità Amiche delle Persone con Demenza etc.) il film è arrivato anche in Italia (anteprima a Torino questa sera, mercoledì 9 aprile, al Cinema Massimo (ore 20,30) grazie al supporto dell’Associazione Piemonte Movie e il Museo Nazionale del Cinema.
Da tempo, infatti, il Servizio Innovazione Sviluppo e il Rifugio Re Carlo Alberto dei Servizi Salute della Diaconia Valdese sono collegati a progetti e realtà europee che si occupano di demenza, e collaborano con istituzioni ed enti a livello internazionale.
Proprio grazie a queste connessioni, è nata l’opportunità di entrare in contatto con il regista olandese De Jong. Il film rappresenta uno strumento straordinario di sensibilizzazione riguardo un tema che, nei prossimi anni, come detto sopra, diventerà sempre più rilevante per le nostre società. «C’è bisogno di raccontare la demenza in un modo diverso – sostiene Marcello Galetti, responsabile del Servizio Innovazione Sviluppo dell’Area Servizi Salute –, la narrazione dominante incentrata sulla perdita anziché sulla persona rende ancora più dura la vita di una famiglia che convive con la malattia».
Il regista era presente anche martedì mattina alla proiezione per la stampa e ha spiegato la genesi di questo progetto e tutta la lavorazione, che è stata lunga e intensa. «Avevo già girato altri documentari sulla demenza, in cui emergeva la pesantezza della malattia (che c’è, è inutile negarlo). In questo caso siamo stati in giro per il mondo per quattro anni, conoscendo realtà molto diverse fra loro (Belgio, Olanda, paesi Scandinavi, Moldavia, Sud Africa…) e quindi contesti e approcci diametralmente opposti. In tutte le situazioni è emersa però una forte speranza ed è stato apprezzato perché parla di demenza con uno sguardo diverso». Il percorso del documentario è infatti legato all’esperienza del giovane attore e attivista Teun Teubes che vive dal di dentro, installandosi nelle varie strutture di accoglienza per persone con demenza, la routine della malattia. Punto cruciale è quello del modo di rapportarsi con le demenze, che può essere molto lontano da quello a cui siamo abituati. Le case per anziani viste quindi come un luogo aperto e non di reclusione. Una pellicola che vale la pena essere vista e che lascia anche molti punti di domanda su come affrontare questo problema che non è solo di salute pubblica ma anche sociale.
Il film è in lingua originale con i sottotitoli in italiano a cura della Diaconia Valdese.