Stati Uniti fuori dall’OMS. “In God we trust”…

Un commento di Libero Ciuffreda, membro del Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, già Direttore dell’Oncologia Medica all’ospedale Molinette di Torino

 

Gli Stati Uniti d’America fuori dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Il piano del presidente americano Donald Trump, che ha già annunciato diverse “rivoluzioni” geopolitiche, si inserisce in un contesto che come al solito vede al centro lo slogan del dollaro: “In God we trust”… Abbiamo visto Trump giurare di fronte a due bibbie, senza porvi sopra nemmeno una mano. Abbiamo visto l’espressione sorpresa alle parole della vescova della Chiesa episcopale Marianne Budde, nel suo sermone dal pulpito della Washington National Cathedral, che rivolgendosi al presidente in prima fila lo ha esortato “ad avere pietà, in nome di Dio” di immigrati e rifugiati, di chi “fugge da zone di guerra e persecuzioni per trovare, qui, compassione e accoglienza”. Nel connubio e-evangelical ci si continua a chiedere in quale dio, davvero, possiamo confidare.

 

«Eravamo tutti stranieri in questa terra» – Riforma.it

 

Sulla specifica questione OMS, abbiamo chiesto il parere di Libero Ciuffreda, membro del Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), già Direttore S.C. Oncologia Medica 1 presso il Centro Oncologico Ematologico Subalpino (COES) dell’ospedale Molinette di Torino, AOU della Città della Salute e della Scienza e Professore a contratto dell’Università degli Studi di Torino.

 

“Trump ha fretta e pare inarrestabile. Subito dopo la cerimonia di insediamento alla Casa Bianca il 47° presidente avvia la guerra ai dazi contro Messico e Canada (per ora), minaccia i Paesi che impongono tasse alle multinazionali USA, ripristina la pena di morte federale, replica quanto fatto nel 2017, dando una spinta al consumo di petrolio e gas, infischiandosene dei problemi climatici del pianeta e, non pago, annuncia che gli USA usciranno dall’OMS. Quest’ultimo ordine esecutivo, sembra quasi una infantile e dannosa rivalsa contro coloro, come Anthony Fauci, uno dei massimi esperti al mondo di malattie infettive, che osarono sfidarlo, durante la pandemia del COVID-19, obiettando all’approccio da sciamano di The Donald. Come dimenticare l’invito a bere la candeggina per sconfiggere il virus?” ha esordito Libero Ciuffreda.

 

L’OMS, ricorda il medico, “è stata fondata nel 1948, ad oggi ne fanno parte 194 Stati, praticamente tutti i paesi membri dell’ONU con la sola eccezione del Liechtenstein. Studia e segnala lo sviluppo di epidemie, promuove le iniziative di vaccinazioni (come quelle che hanno permesso di eradicare il vaiolo e di eliminare quasi del tutto la poliomielite) e campagne di sensibilizzazione. Il personale dell’OMS lavora in oltre 150 uffici e sei regioni del mondo, svolgendo attività di coordinamento e d’indirizzo in materia di salute all’interno del sistema delle Nazioni Unite.

 

La gestione della salute: un problema senza confini

 

Se è vero che la pandemia COVID-19 ha rivelato disfunzioni e carenze nei poteri e nei finanziamenti all’OMS, giustificando la richiesta, avanzata da molti Paesi, di attuazione di riforme sostanziali, non sarà certo col ritirarsi dall’organizzazione che si possono risolvere i problemi di gestione della salute che, come abbiamo provato sulla nostra pelle, non conoscono confini e se ne fanno un baffo di dazi, muri e filo spinato”.

Fa riflettere il fatto che muri e confini debbano valere solo per alcuni esseri umani, mentre non valgano per altri, per chi ha passaporti forti, per i movimenti finanziari o neo-coloniali, per il mercato delle armi, della droga, per il traffico di esseri umani o di organi, per le tecnologie, per l’inquinamento, per l’import-export di beni, servizi, tirannie e democrazie, per virus, batteri o farmaci. Tuttavia, ha proseguito Ciuffreda, “Trump ha motivato la sua decisione anche sostenendo che la quota con cui gli Stati Uniti contribuiscono al funzionamento dell’OMS sia troppo alta. Il governo statunitense copre circa il 20% del budget annuale dell’organizzazione, con circa 110 milioni di dollari l’anno di contributi obbligatori e 1,1 miliardi di donazioni volontarie (Fondazioni). Se la decisione verrà confermata l’uscita degli Stati Uniti dall’OMS diventerà effettiva nel gennaio del 2026, causando all’organizzazione enormi problemi su vari piani”.

 

Quali sono le possibili conseguenze di questa decisione?

“È possibile che l’organizzazione debba ridurre alcune attività, con effetti anche su quelle centrali di sorveglianza e segnalazione delle epidemie, raccolta di dati sanitari degli Stati membri e definizione di standard internazionali di pratiche sanitarie – ha detto Ciuffreda –. Il ritiro degli Stati Uniti rischia inoltre di rendere l’OMS più dipendente dai fondi della Cina e quindi di aumentarne l’influenza già considerata ingente non solo dal governo statunitense o dalla destra occidentale. Anche il network medico scientifico internazionale ne subirebbe un grave danno, interrompendo anche la gran parte della collaborazione dell’OMS con importanti agenzie statunitensi come il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e la Food and Drug Administration (FDA). Tutto ciò renderà gli Stati Uniti più isolati, ma anche più autonomi e fonte di preoccupazione per il pianeta, se a questa decisione associamo lo strapotere americano nel campo delle big tech come l’intelligenza artificiale”.

 

Come sempre, “segui il denaro”, verrebbe da dire.

Elon Musk, attivo sostenitore di Trump, certamente vorrà far pesare il milionario finanziamento erogato durante la campagna elettorale indispensabile per la vittoria del tycoon – ha concluso Libero Ciuffreda, evidenziando un ulteriore squilibrio globale –.  Un esempio purtroppo, drammaticamente attuale, delle conseguenze del minor finanziamento dell’OMS è rappresentato dalla possibilità di eradicare il virus della poliomielite. Un patogeno contro il quale esiste un vaccino sicuro ed efficace da decenni e oggi endemico in due paesi del mondo, l’Afghanistan e il Pakistan. e recentemente tornato nella Striscia di Gaza. Paesi ove anche soltanto da un punto di vista etico gli americani, così come tutto l’occidente, non possono abbandonare, non foss’altro per le grandi e gravi responsabilità che hanno da un punto di vista geopolitico. L’azione unilaterale di lasciare l’OMS da parte degli USA non avrà un’immediata applicazione e dovrà essere approvata dal Congresso. C’è da sperare che le voci preoccupate di grandi scienziati che arrivano da prestigiose università e gruppi di ricerca in campo sanitario non rimangano inascoltate. Altrettanto auspicabili saranno le iniziative dei Paesi membri dell’OMS ed in particolare dell’Unione Europea, affinché facciano comprendere che il ‘ritorno all’età dell’oro’ può renderci tutti (compresi gli americani) più fragili e insicuri, più malati, non soltanto della sindrome dell’avidità, ma anche di quelle malattie che pur con mille difficoltà progressivamente la scienza medica ha imparato a diagnosticare e con sempre maggior successo a sconfiggere”.

 

 

Da Nev – Notizie Evangeliche