Non giudicare 

Un giorno una parola – commento a I Corinzi 4, 5

 

Le vie dell’uomo stanno davanti agli occhi del Signore

Proverbi 5, 21

 

Non giudicate nulla prima del tempo, finché non sia venuto il Signore, il quale metterà in luce quello che è nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori

I Corinzi 4, 5

 

Di fronte alla posizione dei cristiani di Corinto, che tendevano a valutare l’operato di Paolo e degli altri apostoli, Paolo rimarca che tutti e tre sono servitori di Cristo e da Lui soltanto possono essere valutati, giudicati. Soltanto al datore di lavoro spetta valutare i suoi servitori. Per questo l’apostolo dice “non giudicate nulla prima del tempo”. Il tempo presente non è il momento di giudicare. E subito aggiunge: “finché sia venuto il Signore”. Appunto, il Signore, al suo ritorno, valuterà l’operato dei suoi servitori, «E manifesterà quello che è nascosto nelle tenebre»: cioè quello che resta nascosto nel profondo della coscienza; il Signore allora “manifesterà i pensieri dei cuori”, cioè delle coscienze; li porterà alla luce, li farà conoscere.

 

Queste ammonizioni vanno molto bene anche per noi. Anche noi, nel nostro piccolo, siamo servitori e servitrici del Signore. Esprimiamo la nostra gratitudine per la chiamata che il Signore ci ha rivolto, e cerchiamo – dico cerchiamo – di mettere al servizio della Chiesa, e in generale del prossimo, le nostre attitudini. Eppure, anche noi tendiamo a valutare, a giudicare, e lo facciamo nei riguardi di molte persone, senza preoccuparci di guardare il nostro operato. E questi pensieri, questi giudizi rimangono spesso chiusi nel fondo delle nostre coscienze. 

 

È necessario, invece, come dice l’apostolo nel nostro versetto, aspettare. Aspettare fino alla valutazione finale, quando saremo davanti a Dio. Soltanto allora i veri fatti saranno rivelati e i fedeli servitori, servitrici saranno ricompensati e ricompensate.

Per questo noi, in ogni culto, confessiamo sempre e di nuovo il nostro peccato, qualunque esso sia. Proprio per mantenere attiva la consapevolezza che c’è sempre in noi la tendenza a peccare. E se, alla confessione di peccato, segue sempre l’annuncio del perdono, sappiamo bene che peccheremo di nuovo e avremo di nuovo bisogno di chiedere perdono. Amen.