La Buona Novella: Lo Zimbabwe elimina la pena di morte
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Il 2025 è iniziato con una notizia significativa per la campagna contro la pena capitale. Lo Zimbabwe ha ufficialmente abolito la pena di morte, segnalando un cambiamento storico per il paese, dove l’ultima esecuzione risale al 2005.
Il 31 dicembre scorso il presidente Emmerson Mnangagwa ha firmato la legge che commuta in ergastolo le sentenze di oltre 60 detenuti che si trovano ancora nel braccio della morte. Mnangagwa si è sempre dichiarato favorevole all’abolizione della pena di morte, anche per la sua esperienza personale: negli anni Sessanta fu condannato a morte per la sua attività durante la guerra di indipendenza, ma la pena fu commutata in dieci anni di carcere.
Amnesty International ha salutato la nuova legge: «Questo non è solo un grande progresso per lo Zimbabwe, è anche un faro di speranza per il movimento abolizionista nella regione e un importante passo avanti nella ricerca globale collettiva per porre fine a questa punizione crudele, inumana e degradante». Unico rammarico, una clausola che consente l’uso della pena di morte per la durata di qualsiasi stato di emergenza pubblica.
Lo Zimbabwe diventa così il 26esimo paese africano a eliminare la pena di morte, seguendo il recente esempio di nazioni come Sierra Leone, Zambia e Guinea Equatoriale. La pena capitale resta in vigore in più di una dozzina di paesi africani. In particolare, nel 2023 Somalia ed Egitto hanno registrato rispettivamente 38 e 8 esecuzioni, confermando il divario tra le diverse regioni del continente.
La storica decisione presa dal governo dello Zimbabwe non inciderà sui tanti e profondi fattori che rendono il paese tra i più poveri al mondo, ma senza dubbio rappresenta un importante passo nella protezione dei diritti umani ed un bel segnale di speranza nei primi giorni di questo nuovo anno.