La doppia saldezza del cuore
Un giorno una parola – commento a Salmo 108, 1
Il mio cuore è ben disposto, o Dio, io canterò e salmeggerò con riverenza
Salmo 108, 1
Con un balzo si alzò in piedi e cominciò a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio
Atti degli apostoli 3, 8
C’è qualcosa di sorprendente in questo inizio del Salmo 108: perché il salmista sente il bisogno di ripetere due volte «saldo è il mio cuore»?
Forse il salmista lo ripete due volte, come a sottolineare che la sua è una disposizione completa – dell’intelletto e dell’affetto. Solo da questa duplice saldezza può sgorgare il vero canto. Il cuore saldo di cui parla il salmista non è semplicemente un cuore emotivamente coinvolto, ma un cuore che comprende, che ha meditato e assimilato.
Mi viene in mente quando ascoltiamo una canzone che amiamo. All’inizio magari la canticchiamo solo perché ha una bella melodia. Ma poi impariamo le parole, cominciamo a capirne il significato, e quel canto diventa nostro in un modo nuovo, più profondo.
Forse è questo che il salmista vuole dirci con la sua ripetizione. Come se ci dicesse: “Il mio non è un canto superficiale. Viene da un cuore che sa quello che sta dicendo, che ha compreso, che si è lasciato trasformare dalle parole che canta”.
Come dice Giovanni Calvino, il canto autentico richiede prima la comprensione – “sapendo ciò che dice” – e poi il coinvolgimento del cuore. È un processo che va dall’interno all’esterno: dalla memoria che custodisce, all’intelligenza che comprende, al cuore che si muove, fino alla voce che canta.
La ripetizione allora è come un’eco di questo duplice movimento: la saldezza della comprensione e la saldezza dell’affetto. Solo quando entrambe sono presenti, il canto diventa vera preghiera e vera lode, non un mero esercizio vocale o un’emozione passeggera.
Quanto è attuale questo insegnamento in un’epoca in cui spesso si separa l’emozione dalla comprensione, o si riduce la preghiera a uno dei due aspetti! Il salmo ci ricorda che la vera lode nasce da un cuore che è “saldo” in questo duplice senso.
Siamo spesso bombardati da tante parole e tanti suoni e questa doppia saldezza del cuore ci ricorda che c’è un modo diverso di cantare. Uno che nasce da un cuore che ha compreso, che ha fatto spazio, che si è lasciato abitare dalla melodia di Dio. Amen.