La fedeltà di Dio
Un giorno una parola – commento a Isaia 45, 17
Israele sarà salvato dal Signore mediante una salvezza eterna; voi non sarete svergognati, né delusi, mai più in eterno
Isaia 45, 17
L’angelo disse a Giuseppe: «Maria partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati»
Matteo 1, 21
Una delle caratteristiche che qualificano il nostro Dio è la fedeltà. Dio è coerente con se stesso e porta a compimento le sue promesse di salvezza per l’umanità. Questa caratteristica deriva dal suo essere Padre e Padre d’Amore.
La fedeltà di Dio è dunque dimostrazione della sua bontà. I suoi decreti sono per sempre. È la Scrittura stessa ad attestare ciò: «Riconosci dunque che il Signore, il tuo Dio, è Dio: il Dio fedele, che mantiene il suo patto e la sua bontà fino alla millesima generazione verso quelli che lo amano e osservano i suoi comandamenti» (Deuteronomio 7, 9).
Dunque, la salvezza promessa ad Israele (e, di conseguenza a noi) è di una saldezza che sfida il tempo e lo spazio.
Attenzione, però: come uomini siamo chiamati ad allinearci alla volontà di Dio, che, appunto, «vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità» (I Timoteo 2, 4).
E qui sta il punto nevralgico: come essere umani, pur essendo suoi figli, al pari di Israele siamo un popolo dal collo duro, poco incline alla fedeltà. Di qui il bisogno di una nuova e continua conversione che ci renda consapevole dell’amore di cui siamo stati inondati e che ci abiliti a dimostrare al mondo la bontà e la fedeltà di Dio, comportandoci da figli degni del suo Amore.
Sia tutta la nostra esistenza una testimonianza vivente della grazia, e questo a partire dalle nostre case per estendersi alla vita di tutti i giorni, per tutti quelli che vengono a contatto con ciascuna e ciascuna di noi.
Impariamo ad emanare il profumo dell’amore e della fedeltà del Padre. Amen.