I cristiani in Siria sperano in una nuova fase
La rapida caduta del regime di Assad apre a scenari ancora di difficile lettura. Le rassicurazioni dei gruppi ribelli nei confronti delle minoranze fa ben sperare
Con la fuga del dittatore Bashar al-Assad la Siria entra in una nuova fase della sua tormentata recente storia. Più di mezzo milione di persone sono morte e circa 13 milioni di siriani sono stati sfollati in una delle più grandi crisi di rifugiati al mondo iniziata nel 2011.
La rapidità dell’offensiva lanciata dal gruppo islamista Hayat Tahrir ash-Sham (Hts) ha sorpreso un pò tutti gli osservatori internazionali, le cui attenzioni erano rivolte in questi ultimi anni ad altri scenari di guerra.
Eppure negli ultimi cinque anni, HTS, che si traduce in “Organizzazione per la liberazione del Levante”, ha già agito come amministrazione de facto dell’ultima grande roccaforte dell’opposizione siriana nella regione nord-occidentale di Idlib, con circa 4 milioni di siriani, per lo più sfollati.
Un’avanzata scandita al momento da dichiarazioni, e azioni, che vanno nella direzione del rispetto e del dialogo con le multiformi realtà che compongono la realtà siriana, a partire dai movimenti curdi che governano un’ampia fetta del Paese.
Anche la nutrita minoranza cristiana ha ricevuto, per bocca del leader di Hts Abu Muhammad Al-Jawlani, rassicurazioni sulla volontà di dare vita a una società plurale.
Ad Aleppo al-Jolaniha esortato i suoi combattenti a «calmare le preoccupazioni della nostra gente, di tutte le comunità».
«Aleppo è sempre stata un punto di incontro per civiltà e culture, e lo rimarrà, con una lunga storia di diversità culturale e religiosa. Garantiremo la vostra protezione e salvaguarderemo le vostre proprietà» ha aggiunto con una dichiarazione pubblicata su Telegram.
Una fonte nella comunità cristiana, raggiunta dal sito dell’emittente radio-televisiva tedesca Deutsche Welle ha raccontato che, dopo essere entrati in città, i rappresentanti dei ribelli si sono recati in un convento e in un ospedale gestiti da figure religiose per rassicurarli sulle loro intenzioni: «Con nostra grande sorpresa, il comportamento dei nuovi occupanti di Aleppo è completamente diverso da quello che ci aspettavamo».
«Tutti i discorsi che fanno servono per dire che non sono qui per farci soffrire. Sono qui per aiutarci. Dicono: ‘Tutto ciò che vogliamo è rovesciare il regime di Assad’» ha aggiunto. «Le persone che avevano paura stanno iniziando a uscire e la vita sta iniziando a riprendere».
«In questo periodo, HTS si è aperta alle minoranze religiose”, ha spiegato sempre a Deutsche Welle Jerome Drevon, un analista dell’International Crisis Group. «Ad esempio, i comandanti di HTS hanno incontrato rappresentanti cristiani per affrontare le loro preoccupazioni. Il problema principale riguardava gli alloggi, poiché molte case cristiane [nella regione di Idlib] erano state sequestrate da rifugiati provenienti da altre parti della Siria», ha spiegato, aggiungendo che «HTS ha restituito quelle case e quelle terre ai loro proprietari cristiani»:
Dal 2018, anche i cristiani nella regione di Idlib hanno potuto celebrare le loro festività religiose come la Pasqua o il Natale.
«I loro diritti sono migliorati in larga misura», ha proseguito Drevon, evidenziando un processo simile messo in atto con la minoranza drusa.
Per approfondire vi suggeriamo questo ampio articolo di Agensir, con dichiarazioni di vari rappresentanti cristiani in Siria.
Certamente al momento sono state sospese molte delle attività umanitarie delle organizzazioni non governative umanitarie, come quelle legate alle chiese.
La situazione ad esempio ha portato alla sospensione di tutti i servizi di supporto umanitario e di emergenza che la Federazione luterana mondiale (Lwf) e i suoi partner forniscono alle comunità che soffrono già da oltre 12 anni di guerra civile.
La direttrice nazionale della Lwf per Giordania e Siria, Ameera Khamis, ha affermato che la situazione della sicurezza nel governatorato di Aleppo, dove si concentrano la maggior parte degli interventi, rimane «criticamente instabile». La Federazione luterana è presente in Siria dal 2019, lavorando attraverso partner locali tra cui la Chiesa greco-ortodossa, la Chiesa ortodossa assira, la rete Caritas della Chiesa cattolica e organizzazioni locali. Dopo il devastante terremoto che ha colpito la regione nel febbraio 2023, la Federazione ha intensificato le sue attività, fornendo sia cibo di emergenza che kit igienici, oltre a supportare strutture sanitarie, la riabilitazione di case e scuole e il rafforzamento delle capacità delle organizzazioni locali nella protezione dei minori e nel supporto psicosociale.
«Dalla scorsa settimana, tutte le attività ad Aleppo sono state sospese e la maggior parte delle organizzazioni non governative internazionali ha evacuato il proprio personale», ha proseguito Khamis. La Lwf sta esplorando strategie di supporto di emergenza per rispondere alle esigenze più critiche delle persone, ha affermato, tra cui cibo e riparo, bambini in preparazione per l’inverno e servizi sanitari essenziali.
«Il nostro team rimane impegnato a supportare le persone più colpite da questa crisi» ha insistito Khamis. «Ci impegniamo a riprendere le nostre operazioni umanitarie non appena le condizioni lo consentiranno, con un’attenzione incrollabile nel fornire assistenza salvavita e supporto alle comunità bisognose» ha concluso.