Il Consiglio ecumenico delle chiese accoglie con favore la notizia del cessate il fuoco tra Israele e Libano
Il segretario generale del Cec, Jerry Pillay, ha esortato i leader e i decisori libanesi a cogliere il silenzio delle armi come opportunità per ricostruire il Paese su basi più solide
«Siamo solidali con tutto il cuore con coloro che piangono la perdita dei propri cari e offriamo le nostre sentite preghiere per la guarigione e il recupero dei feriti. Consideriamo questo momento difficile e tragico come una azione trasformativa da cogliere».
Pillay, ha esortato i leader e i decisori libanesi a cogliere il silenzio delle armi come opportunità per ricostruire il Paese su basi più solide: «il rafforzamento della sovranità della nazione, la garanzia della sicurezza e dell’incolumità dalle minacce esterne, una stabilità a lungo termine basata sulla resilienza, l’equità economica e uno sviluppo sostenibile. Al di là della ricostruzione fisica, preghiamo con fervore per il ripristino della coesione sociale tra le comunità in Libano».
Pillay ha aggiunto che, «l’unità e la fiducia reciproca sono indispensabili per una pace sostenibile e ha invitato tutte le parti a coltivare uno spirito di riconciliazione e di collaborazione. Preghiamo anche per tutti gli sfollati in Libano e Israele» ha detto Pillay, e che questi «possano trovare condizioni di pace, di dignità e di sicurezza».
Pillay, ha poi espresso grave preoccupazione per la violenza e le sofferenze in corso a Gaza e in Cisgiordania: «Rinnoviamo il nostro appello urgente per una pace duratura nella regione e che questa sia radicata nella giustizia, nel ripristino dei diritti e nella dignità di tutte le persone. Il Consiglio ecumenico delle chiese continua a chiedere che la pace sia giusta e fondata sulla compassione, sull’equità e sulla nostra comune umanità».
Ha poi concluso, «possa questo cessate il fuoco servire come un faro di speranza e un passo verso un futuro in cui la pace, la giustizia e la riconciliazione prevalgano per tutte le persone nella regione».