Riconoscere Dio come nostro Signore
Un giorno una parola – commento a Isaia 61, 6
Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore, la gente vi chiamerà ministri del nostro Dio
Isaia 61, 6
Così ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio
I Corinzi 4, 1
Queste affermazioni sono riferite al futuro, rimandano alla escatologia, possiamo riferirle all’insieme di oracoli del corteo futuro delle nazioni verso Sion, per portare le loro ricchezze e tesori al popolo eletto. Questo corteo trionfale è molto spesso cifra della salvezza finale e della rivendicazione d’Israele che sarà riconosciuta come il vero popolo del vero Dio unico, santo e glorioso. Se è un testo proiettato verso l’escatologia è avvolto nelle speranze mitiche di un popolo che vive nella steppa dell’altipiano secco palestinese, dove la terra è avara dei suoi frutti, ma che sognano i lussi e l’abbondanza dei popoli viciniori sistemati in terre più rigogliose.
Il futuro sognato non dipende dalle azioni d’Israele, non potranno loro da soli operare il miracoloso corteo dei popoli, sarà Dio a compiere il miracolo. Non sarà la loro abilità a sedurre i popoli che accorreranno a Sion, ma sarà Dio a compiere il miracolo quando giungerà il momento finale della storia. Saranno i popoli a riconoscere Dio come il nostro Dio e Signore, e il popolo che Egli si è scelto come un popolo di sacerdoti e ministri di Dio; allora accorreranno da ogni dove e chiameranno voi “sacerdoti del Signore” e “ministri del nostro Dio”. Amen.