Per non morire un’altra volta

Accendiamo i riflettori sul processo per la strage da eternit di Casale Monferrato

 

«Oggi dal Tribunale di Torino è partita la campagna nazionale ECOGIUSTIZIA SUBITO, IN NOME DEL POPOLO INQUINATO. In concomitanza dell’udienza del processo d’appello bis per i morti causati dall”amianto dell’ETERNIT di Casale Monferrato. Articolo 21 partecipa al presidio in solidarietà alle famiglie ed alle vittime della ETERNIT, per chiedere maggiore attenzione su questa drammatica vicenda e sostiene le ragioni della campagna promossa da Legambiente insieme ad ARCI ACLI LIBERA AGESCI perché vengano risanate senza ulteriori indugi tutte le aree avvelenate da un capitalismo senza scrupoli e da una politica troppo spesso pavida se non collusa. Mai più uno ‘sviluppo’ falso che non tenga in conto le ragioni dell’ambiente, dei lavoratori e delle lavoratrici, del futuro di chi verrà». Sono le parole di Davide Mattiello del circolo Articolo 21 Piemonte, raccolte stamane 27 novembre all’esterno del tribunale di Torino.

 

Il processo per la strage di Casale Monferrato sta per finire, avvolto da un cono d’ombra dell’informazione. Riportiamo di seguito l’appello dei familiari delle vittime e aderiamo alla richiesta di dare visibilità a questa fase, determinante, del procedimento penale.

 

Di seguito l’appello integrale

 

«Siamo alle udienze finali del processo Eternit bis in Corte d’Assise di Torino (appello) dove si procede nei confronti di Stephan Schemidheiny proprietario della Eternit e imputato della strage di lavoratori e abitanti di Casale Monferrato e del suo territorio. Sono 392 le vittime di questo procedimento penale dove la Procura Generale ha impugnato la sentenza di primo grado pronunciata dalla Corte d’Assise di Novara, nella quale il reato contestato è stato derubricato da omicidio doloso a omicidio colposo aggravato, condannandolo alla pena di 12 anni di carcere e ad un centinaio di milioni di euro di provvisionali alle parti costituite. Nelle udienze di novembre la Procura ha ribadito la sussistenza del dolo e per queste ragioni ha chiesto per l’imputato l’ergastolo. Ma un silenzio assordante circonda tutta questa fase processuale. L’informazione rimane in ambito regionale dove Rai3 e La Stampa fanno il possibile per estendere la comunicazione a livello più ampio. Siamo prossimi alla sentenza. C’è l’urgenza e la necessità di riaccendere i riflettori su una tragedia che si sta ancora drammaticamente consumando. Oltre 441 nuove vittime si sono nel frattempo aggiunte in questi ultimi 8 anni e non fanno parte di questo procedimento penale. È aberrante che la TV di Stato, i giornali e i quotidiani nazionali non diffondano i numeri di questa strage».

 

AIUTATECI

Nicola Pondrano, CGIL Piemonte

Giuliana Busto, Presidente AFEVA (Associazione Familiari e Vittime dell’Amianto)