Abbandonare Dio

Un giorno una parola – commento a Geremia 2, 17

 

Tutto questo non ti succede forse perché hai abbandonato il Signore, il tuo Dio, mentre egli ti guidava per la buona via?

Geremia 2, 17

 

Fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un’occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell’amore servite gli uni agli altri

Galati 5, 13

Il contesto è dominato da una parte dall’accusa rivolta al popolo di aver abbandonato Dio, dall’altra dalla situazione storica del dominio assiro, il vassallaggio e continue vessazioni che hanno reso misera la vita di Israele. Il popolo eletto è oppresso e diventa giocattolo del gioco di alleanze tra le grandi potenze regionali (Egitto – Babilonia) per liberarsi dagli Assiri. La tentazione è forte: abbandonare Adonai e scegliere un alleato potente che possa aiutare a liberarsi dagli Assiri.

 

Ma, abbandonare Dio significa abbracciare gli déi degli egiziani o dei babilonesi, scambiare le acque del Giordano per le acque del Nilo che hanno ancora il sapore impuro del sangue, o l’acqua dell’Eufrate dal colore delle loro divinità pagane. In questo modo la domanda dei due versi che compongono il versetto 17 (il terzo sembra un’aggiunta) prende senso.

 

La domanda sembra tratta dal Deuteronomio, testo molto frequentato dal profeta Geremia, dove si avverte che la benedizione o la maledizione che ci carezza o colpisce, sono collegate alla via dell’ubbidienza o dell’abbandono della Torà, di Dio. La domanda allora si traduce: non è che l’accumulo di tragedie che ti hanno colpito sia dovuto al sistematico abbandono degli obblighi dell’alleanza?

 

Ogni accadimento della storia avrebbe la sua causa nell’abbandono di Adonai per seguire la via che conduce al buio e alla contaminazione del culto agli idoli, e che la via “buona” della restaurazione passi dal ritorno a Dio? Amen.