L’accoglienza, una sfida comune

Appena concluso il 201° incontro annuale dell’Associazione Generale Battista della Virginia (Usa). Vi ha partecipato un gruppo di italiani su invito della First Baptist Church of Ashland

 

Ivano De Gasperis e Pietro Tasca

Dall’11 al 13 novembre presso la First Baptist Church di Alexandria (Virginia U.S.A.) si è svolto il 201° incontro annuale dell’Associazione Generale Battista della Virginia.

Alla periferia di Washington ogni anno, pastori e pastore, personale delle chiese, leader laici e ospiti provenienti da tutto il mondo si riuniscono per avere momenti di comunione, networking e apprendimento. Si tratta di un evento ibrido, al quale è possibile partecipare sia di persona che online.

 

Il tema di quest’anno è stato “Free Indeed” basato sul testo di Giovanni 8, 36: «Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero».

I momenti di incontro si sono concentrati sul tema della “Libertà nella Chiesa”, “Libertà nella comunità” e “Libertà in Cristo”.

 

Le sessioni di quest’anno hanno presentato percorsi speciali di formazione relativi alle missioni, alla cura pastorale, oltre alle sessioni di discussione per rivitalizzare chiese e ministeri. L’evento è stato arricchito da un’area fieristica con 30 espositori che testimoniano l’eccezionale varietà di ministeri che animano la chiesa.

Un gruppo di sette persone, Giuseppe Avveduto, Ivano De Gasperis, Nunzio Loiudice, Angela Lorusso, Maria Luisa Palumieri, Silvia Rapisarda, Pietro Tasca, è stato invitato dalla First Baptist Church of Ashland a prendere parte a questo evento.

 

«Ci lega a questa chiesa una sfida comune: l’accoglienza; un’accoglienza non unilaterale, ma basata su l’ascolto e l’incontro reciproco. In spirito di preghiera sono state gettate le basi per il consolidamento di una partnership tra le chiese battiste italiane, quelle virginiane (in particolare quella di Ashland) e la Fcei, attraverso Mediterranean Hope».

Nei prossimi giorni la delegazione verrà accolta da diverse famiglie della chiesa di Ashland, così da conoscere il lavoro che questa svolge con i rifugiati, in alcuni casi transitati attraverso l’Italia.