Le minoranze religiose continuano a essere prese di mira in Myanmar

È quanto emerge da un recente rapporto della Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale

 

«Nel 2024, l’escalation del conflitto in Myanmar ha continuato a influenzare negativamente le condizioni per la libertà di religione o credo», si legge in un rapporto aggiornato della Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale, pubblicato il 31 ottobre.

«Dal colpo di stato del febbraio 2021, l’esercito birmano e il suo Consiglio di amministrazione statale (SAC) hanno perseguito un’aggressiva campagna militare per mantenere l’autorità, che ha incluso l’attacco a leader religiosi, comunità e siti e ha esacerbato le tensioni sociali tra le comunità etnoreligiose».

 

Oltre 3 milioni di persone sfollate

A causa della violenza in Myanmar, oltre 3 milioni di persone continuano a essere sfollate all’interno dei confini della nazione o a vivere come rifugiati lontano dalla loro patria, sottolinea il rapporto.

A marzo, esperti indipendenti hanno valutato che l’esercito birmano e il suo Consiglio di amministrazione statale non avevano un controllo stabile dell’86% del territorio del Myanmar e del 67% della popolazione. Nei mesi successivi, la situazione è peggiorata a vantaggio di gruppi di resistenza, tra cui organizzazioni armate etniche, che nell’ultimo anno hanno consolidato il controllo in alcune regioni, compresi i valichi di frontiera.

«L’instabilità nello Stato Kachin ha reso ancora più vulnerabili le comunità di minoranza cristiana e i membri della maggioranza buddista nella regione, le cui comunità, luoghi di culto e leader religiosi l’esercito birmano prende di mira per il loro sostegno alla resistenza», si legge ancora nel rapporto.

 

I leader delle minoranze religiose ed etniche presi di mira

L’aggiornamento della Commissione indica anche esempi di militari birmani che hanno preso di mira i leader delle minoranze etnoreligiose, come Hkalam Samson, ex presidente e segretario generale della Kachin Baptist Convention. Ad aprile, è stato rilasciato brevemente dopo 16 mesi di prigione, ma è stato poi nuovamente preso in custodia per essere interrogato. Samson è stato infine rilasciato dalla detenzione a luglio.

Il rapporto ha anche segnalato la morte violenta a marzo di Nammye Hkun Jaw Li, un ministro battista nella township di Magaung nello Stato Kachin, così come l’uccisione di un prete cattolico mentre stava celebrando la messa nel villaggio di Mohnyin.

L’esercito ha preso di mira chiese e altri siti religiosi, tra cui una chiesa battista e una chiesa cattolica a metà maggio nella township di Tonzang nello Stato Chin.

Tera Kouba, ministro dei ministeri internazionali/asiatici presso la First Baptist Church di San Antonio, ha confermato l’attacco alle istituzioni religiose. Kouba, cresciuta in Myanmar come figlia di un pastore battista Karen, ha ancora familiari e amici nella sua terra natale. Da loro ha saputo di una scuola biblica nello Stato Karen che ha dovuto trasferirsi da un’area urbana a una località remota.

 

Giovani arruolati forzatamente nell’esercito

L’esercito birmano ha subito significative perdite di personale negli ultimi quattro anni. Così, a febbraio, è entrata in vigore una legge sulla coscrizione per rimpinguare i ranghi ridotti; tale legge rende gli uomini di età compresa tra 18 e 35 anni e le donne di età compresa tra 18 e 27 anni soggetti alla leva militare.

Di conseguenza, molte chiese in Myanmar hanno perso una generazione che è fuggita dal paese, è stata arrestata o è stata costretta a prestare servizio militare contro la sua volontà, ha riferito ancora Kouba. Da familiari e amici, ha sentito resoconti di giovani portati via dalle loro case nel cuore della notte, per essere costretti a prestare servizio militare o arrestati.

 

La crisi dei rifugiati continua

La crisi dei rifugiati già esistente è continuata negli ultimi mesi, con “nuove ondate di rifugiati, anche da altre comunità di minoranze etniche e religiose come le comunità Chin, Kachin e Karenni», si afferma ancora nel rapporto.

Oltre 958.000 rifugiati Rohingya sono fuggiti dal Myanmar al Bangladesh diversi anni fa e l’India ha accolto circa 53.000 cittadini birmani, per lo più dalle comunità cristiane Chin e Zomi.

«Oltre al Bangladesh e all’India, le maggiori concentrazioni di coloro che hanno cercato rifugio o asilo dalla Birmania si trovano in Malesia, Thailandia e Indonesia», afferma la Commissione.

 

Nell’aggiornamento di ottobre, la Commissione ha raccomandato al governo degli Stati Uniti di coinvolgere il governo di unità nazionale pro-democrazia in Myanmar, così come le organizzazioni armate etniche nel paese, per dare priorità alle questioni di libertà religiosa come prerequisito per il riconoscimento ufficiale e un impegno sostanziale, e di collaborare con i governi regionali in Bangladesh, India, Indonesia, Malesia e Thailandia per assistere le comunità di rifugiati birmani.

Nel suo rapporto annuale del 2024 la Commissione ha invitato il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti a designare la Birmania come Paese di particolare preoccupazione, citando le sue «violazioni sistemiche, continue e gravi della libertà religiosa».

 

 

 

Foto: Facebook Photo / Asia Pacific Baptists