#RoFF19: La festa apre con «Berlinguer – La grande ambizione»

La XIX edizione della Festa del Cinema di Roma ha proposto come film di apertura un titolo in concorso sorprendente e di rara intensità: Berlinguer – La grande ambizione, per la regia di Andrea Segre

 

Di Elena D’Alessandri e Claudio Filippello

 

La storia di un uomo, la cui vita è stata indissolubilmente legata con quella di un popolo, che ha creduto, in una fase terribile della nostra storia, nella possibilità di realizzare una via italiana al socialismo nella democrazia.

 

La XIX edizione della Festa del Cinema di Roma, in corso dal 16 al 27 ottobre presso l’Auditorium Parco della Musica, ha proposto come film di apertura un titolo in concorso sorprendente e di rara intensità: Berlinguer – La grande ambizione, per la regia di Andrea Segre.

 

Lontano dal solito biopic stereotipato, l’opera è la storia di un uomo, la cui vita è stata indissolubilmente legata con quella di un popolo, che ha creduto, in una fase terribile della nostra storia – un lustro che ha visto, tra l’altro, la strage della questura di Milano, quella di Piazza della Loggia a Brescia – nella possibilità di realizzare una via italiana al socialismo nella democrazia, una terza via tra capitalismo e socialismo reale. Una sfida allo status quo politico del tempo.

 

Erano gli anni della guerra fredda, che vedeva il mondo diviso in due blocchi: da una parte, i Paesi sotto la sfera di influenza degli Usa e, dall’altra, quelli dell’est sotto la sfera d’influenza dell’URSS. Un’ambizione che non era solo quella di un uomo, il segretario del più importante partito comunista del mondo occidentale (con 1,8 milioni di iscritti), ma quella di un popolo (quasi 12 milioni di voti nelle elezioni amministrative del ’75 e politiche del ’76 ), che sembrava ormai a portata di mano, attraverso la strategia messa in campo da Berlinguer: sfidare i dogmi della storia del tempo unendo le forze popolari del Paese, democristiane e socialiste, ma anche liberali, per realizzare un grande programma di riforme che vedesse l’interesse del popolo, senza distinzioni politiche di sorta, al centro dell’azione politica.

 

Un progetto passato alla storia con il nome di «Compromesso storico», avviato agli inizi degli anni ’70 e che si è concluso tragicamente con il rapimento di Aldo Moro e l’uccisione della sua scorta… ad un passo dal cambiamento della storia del Paese.

 

Un film importante, prezioso, che aiuta a conoscere e a riflettere su un periodo storico-politico recente, che mostra tuttavia anche il Berlinguer uomo, nei suoi atteggiamenti più intimi, nei suoi rapporti con la moglie Letizia (Elena Radonicich) e con i figli Biancamaria, Maria Stella, Marco e Laura. Un tributo ed una lode ad un personaggio diventato patrimonio comune che ha offerto un prezioso contributo per una società più giusta, più tollerante, più libera, e che ha fatto della questione morale nella modalità di gestione del potere da parte dei partiti politici italiani la sua stella polare.

 

Un film corale in cui il protagonista, un Elio Germano in splendida forma, perfettamente calato nel ruolo di Berlinguer, di cui ha tratteggiato con perizia anche i tratti fisici e linguistici, è circondato da una serie di nomi e volti che con lui hanno inciso profondamente sulla politica di quegli anni: Stefano Abbati (Umberto Terracini), Francesco Acquaroli (Pietro Ingrao), Paolo Calabresi (Ugo Pecchioli), Roberto Citran (Aldo Moro), Pierluigi Corallo (Antonio Tatò), Nikolay Danchev (Leonid Brežnev), Svetoslav Dobrev (Todor Živkov), Luca Lazzareschi (Alessandro Natta), Lucio Patanè (Gianni Cervetti), Andrea Pennacchi (Luciano Barca), Paolo Pierobon (Giulio Andreotti), Fabrizia Sacchi (Nilde Iotti), Giorgio Tirabassi (Alberto Menichelli).

 

Un grande plauso anche al regista, Andrea Segre (Io sono Lì, La prima neve, L’ordine delle cose e Welcome Venice), certamente tra i più interessanti autori del nostro cinema, che ne ha curato anche la sceneggiatura insieme a Marco Pettenello.

 

«Grazie a tutte le persone che in questi tre lunghi e intensi anni di lavoro mi hanno permesso di entrare in silenzio e con rispetto nella vita di un uomo e di un popolo che hanno segnato un passaggio importante nella storia d’Italia e che il cinema di finzione italiano ancora non aveva raccontato … È stato un viaggio in un pezzo della nostra storia che non ho vissuto e che ho imparato a conoscere, ma anche la scoperta di un dialogo profondo che quella memoria inaspettatamente sa avere con le domande aperte del nostro presente e del nostro futuro. Grazie a Paola Malanga e alla Festa del Cinema di Roma che hanno offerto con entusiasmo uno spazio così prestigioso per presentare il film nato da questo incredibile viaggio», ha dichiarato Segre.

 

Il film, prodotto da Vivo film e Jolefilm con Rai Cinema, in coproduzione con Tarantula (Belgio) e Agitprop (Bulgaria), sarà nelle sale a partire da giovedì 31 ottobre distribuito da Lucky Red.

 

 

Pubblichiamo per gentile concessione del sito www.articolo21.org

 

Andrea Segre è il regista dello spot Ottopermillevaldese (Unione delle chiese metodiste e valdesi) realizzato per la Campagna 2024.