“Barbèt”: vicende di individui che chiedono di non essere dimenticati

La proposta 2024 del Gruppo Teatro Angrogna chiude la trilogia di storia valdese

 

Barbèt, è un termine occitano che deriva da barba, zio, come un tempo erano chiamati i predicatori medievali valdesi, e utilizzato oggi ancora nei confronti delle persone anziane e rispettabili. Ma barbèt fu anche il soprannome dispregiativo dato dai piemontesi ai valdesi a partire dalla seconda metà del 1500, ben presto sinonimo di ribelle e bandito.

 

E Barbèt: frammenti di storia della gente valdese, da Lyon a Cavour, da Angrogna a Torino sarà il titolo della “Proposta 2024” del Gruppo Teatro Angrogna, che verrà presentata in anteprima il 28 settembre (ore 21) con replica il 29 alle 16 in Luserna San Giovanni alla Sala valdese, a conclusione della trilogia che il Gta nel corso della sua attività di 53 anni ha dedicato alla storia valdese raccontata dal basso, da A la brua! (1990) e Li Valdes (2010) a oggi.

 

In questo nuovo lavoro, sulla base di testimonianze, documenti, e suggestioni narrate e cantate, ripercorreremo tre momenti di questa affascinante vicenda, che testimonia l’attualità di una lotta impari, condotta nei secoli da un pugno di contadini eretici per la liberazione dalle molte catene che allora come oggi continuano a travagliare l’umanità: l’oppressione economica e sociale, la dittatura, la fame, la povertà, la violenza, l’ingiustizia .

 

Una delle battute finali, proposta dal pastore Paolo Ricca, poche settimane prima della sua scomparsa, sintetizza bene il tema dello spettacolo, scritto da Jean-Louis Sappé per la regia di Claudio Raimondo: «La grande storia, compresa quella valdese, è fatta di tante piccole storie individuali, ciascuna forse insignificante a fronte del tutto, ma invece unica e irripetibile per chi l’ha vissuta, uomini e donne per lo più ignote, e che ora chiedono di non sparire nell’oblio».

 

Una piccola-grande storia cui daranno voce e volto Marisa Sappé, Maura Bertin, Grazia Bordini, Renato Peraldo e lo stesso Jean-Louis Sappé, con la collaborazione tecnica e logistica di Erica e Marco Rovara, costumi di Maura Bertin e Gianpiero Capitani, grafica di Giuseppe Ficara, consulenza musicale di Enrico Lantelme, consulenza storica di Paolo Ricca e alcuni altri pastori e pastore valdesi.

 

All’ingresso verrà chiesto al pubblico un contributo di 5 euro a persona, per far fronte alle spese sostenute per la messa in scena.

 

La prenotazione non è obbligatoria, ma consigliabile (tel. 0121-953026, dalle 10 alle 12; [email protected]; WhatsApp 335-5463076). Sono previste repliche tutti i sabati di ottobre, a Torino, Cavour, Pomaretto e San Secondo di Pinerolo; il 16 novembre a Villar Pellice