Accorgersi della presenza del Regno di Dio

Un giorno una parola – commento a Luca 13, 18-19

 

Sì, come la terra produce la sua vegetazione e come un giardino fa germogliare le sue semenze,
così il Signore, Dio, farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le nazioni

Isaia 61, 11

 

Diceva ancora: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo paragonerò? È simile a un granello di senape che un uomo ha preso e gettato nel suo orto; ed è cresciuto ed è divenuto albero; e gli uccelli del cielo si sono riparati sui suoi rami»

Luca 13, 18-19

 

Il Regno c’è già ed è all’opera nel mondo. Ma come? La sua presenza appare insignificante, quasi invisibile. Ci vuole discernimento per riconoscerla. Infatti, la manifestazione del Regno non può differire da quella di Gesù, entrambe sotto il segno della irrilevanza religiosa e politica. La similitudine del chicco, capocchia di spillo, illustra in che modo il governo di Dio cresce nella storia umana, e ne giustifica la modestia e il riserbo. Che cosa può diventare un minuscolo granello di senape se non un arbusto infestante? Agli occhi dei potenti ancora oggi è una realtà piccola e fallimentare. Il seme marcisce nella terra che lo accoglie, ma proprio così rivela la sua forza irresistibile e vitale, per diventare pianta. Per accorgerci della presenza del Regno, bisogna notare ciò che non conta: piccolo è bello. Dio realizza il suo piano con ciò che è disprezzato.

 

Siamo tragici attori responsabili della storia, ma solo Dio la interpreta e ne trae la vita. Le similitudini e le parabole raccontate da Gesù servono a darci dei criteri per discernere il disegno di Dio, dall’alto, dalla sua prospettiva. Ciò che avvenne a Gesù nella sua storia avviene al suo Regno nella nostra storia. Pensiamo al Regno come manifestazione della giustizia di Dio che deve spuntare nella storia umana, promessa e processo che trovano l’analogia nella natura della vegetazione, che solo Dio fa germogliare e crescere fino a raggiungere la statura della pianta, nei cui rami trovano riparo le nazioni, paragonate agli uccelli del cielo.

 

Le parabole non insegnano una crescita graduale di un regno terreno nella Chiesa. È la terra stessa che accoglie il seme insignificante, il quale produrrà effetti grandi. L’effetto ultimo sarà la venuta del Figlio dell’uomo. “Se la terra è stata degna, un giorno, di portare l’uomo Gesù Cristo, se è vissuto un uomo come Gesù, allora e solo allora per noi esseri umani vivere ha un senso” (D. Bonhoeffer). Amen.