Verso il futuro, da 850 anni

Un bilancio del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi che ha chiuso i battenti venerdì 30 agosto

 

 

Una chiesa viva, attiva, che celebra gli 850 anni della propria storia e al tempo stesso si interroga sulle sfide del mondo di oggi e cerca di immaginare il proprio futuro. Questa è l’immagine delle chiese valdesi e metodiste che emerge dal Sinodo appena concluso. Una chiesa che, pur non tacendo il costante, lento calo nel numero dei membri, evita di piangersi addosso, e si rallegra per il fatto che, per la prima volta da molti anni, le contribuzioni mandate dalle chiese alla Tavola valdese sono aumentate (portando il bilancio della Tavola a un leggero attivo). Una chiesa che saluta con riconoscenza sei pastori e pastore e un diacono che concludono il loro servizio nella chiesa, consacra due nuovi pastori, accogliendone altre tre provenienti da diversi contesti ecclesiastici e registra una seconda inversione di tendenza: dopo diversi anni di scarsissime vocazioni pastorali e diaconali, dall’anno scorso stanno di nuovo crescendo, e c’è ragione di sperare che crescano ulteriormente nei prossimi anni. Una chiesa che, mentre si prende cura di sé stessa e dei propri membri, è attenta a quanto accade nel mondo intorno a lei e sa dire alcune parole chiare in proposito.

 

Per decisione del Sinodo dell’anno scorso, si è dedicato ampio spazio all’interazione di culture diverse nella vita delle nostre chiese. In proposito il Sinodo ha ascoltato e dibattuto i risultati della RicercAzione condotta dalla Commissione studi dialogo e integrazione (Cosdi) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei). Definendo irreversibile e in continuo divenire il percorso “Essere chiesa insieme”. Il Sinodo ha individuato come aspetti prioritari su cui lavorare nella fase attuale la cura dei giovani e la formazione. A questo proposito è significativo notare che i due pastori consacrati quest’anno, Kassim Conteh e Maliq Meda, sono i primi pastori nati in altri Paesi, ma cresciuti nella fede e nella vocazione all’interno delle nostre chiese. Un fatto incoraggiante, tanto più che altre sorelle con storie analoghe si stanno già preparando per il ministero.

 

Anche la ricerca condotta nel corso dell’ultimo anno dalla past. Martinat sull’inclusività delle nostre chiese rispetto alle disabilità ha avuto ampio spazio nel dibattito sinodale, il quale ha esortato le chiese, ma anche la Tavola valdese e il Comitato permanente Opcemi, a rimuovere gli ostacoli che escludono le persone disabili dalla partecipazione alle attività, o comunque le fanno sentire poco accolte.

 

Come ogni anno, l’operato della Diaconia valdese ha avuto ampio spazio. Il Sinodo ne ha approvato l’operato e l’ha incoraggiata a proseguire nel dedicarsi al lavoro in favore delle persone più fragili (in particolare anziani, migranti, nuove generazioni). Ha anche accolto il documento elaborato dalla Commissione sinodale per la diaconia (Csd) su fisco, welfare, diaconia e servizio e ha approvato un ordine del giorno nel quale, richiamando il valore dell’equità fiscale, sancito dalla Costituzione, denuncia le pratiche che la minacciano (per esempio l’evasione fiscale e la tassazione indipendente dal reddito), sottolineando l’impatto diretto delle politiche fiscali sulla giustizia sociale.

 

Per il secondo anno consecutivo, parallelamente al Sinodo ufficiale si è svolto il sinodo delle bambine e dei bambini, i cui partecipanti sono stati accolti dal “Sinodo degli adulti” con un grande applauso. Le bimbe e i bimbi hanno presentato al Sinodo lo Scannone, da loro costruito ispirandosi al famoso racconto di Gianni Rodari, e una lettera di richieste, prima fra le quali di prendere posizione contro la guerra.

 

La serata pubblica del Sinodo ha affrontato la questione dell’autonomia differenziata delle Regioni, sottolineandone i numerosi aspetti problematici. Sulla stessa linea, il Sinodo ha denunciato il rischio che detta autonomia metta in pericolo il godimento di diritti e libertà fondamentali in relazione al luogo in cui le persone si trovano a risiedere e la stessa coesione del Paese. Significativi anche gli atti sulla necessità di allargare i criteri per l’ottenimento della cittadinanza da parte di minori con background migratorio, e quello che richiama l’attenzione sulla situazione delle carceri, chiedendo interventi urgenti che ripristino la dignità delle persone recluse e l’orientamento della pena alla riabilitazione.

 

Alla guerra in corso in Israele/Palestina il Sinodo ha dedicato ampio spazio, permettendo a posizioni diverse di esprimersi nel massimo rispetto reciproco. Alla fine si è approvato all’unanimità un ordine del giorno che, dopo aver dichiarato orrore per la ferocia del conflitto in corso, ribadisce il diritto di entrambi i popoli a vivere su quella terra in pace e chiede un immediato e permanente cessate il fuoco.

 

Le elezioni hanno visto la riconferma della maggioranza degli incarichi, con alcune novità. La pastora Erika Tomassone, vicemoderatora, è stata sostituita alla vicemoderatura, pastora Dorothea Mueller e, come membro della Tavola, dal pastore Davide Rostan. Il presidente della Commissione sinodale per la diaconia (Csd), pastore Francesco Sciotto, ha cessato l’incarico ed è stato sostituito da Daniele Massa, già vicepresidente; come nuovo membro della Csd è stata eletta Nadia Delli Castelli. All’incarico di professore di Antico Testamento della Facoltà valdese di teologia è stato eletto il pastore Marco Fornerone.

 

Sul prossimo numero di Riforma i resoconti delle principali discussioni.

 

 

 

Foto di Pietro Romeo