Una vita salvata, un cammino che continua

Un giorno una parola – commento a Salmo 56, 13

 

 

Tu hai salvato l’anima mia dalla morte, hai preservato i miei piedi da caduta, perché io cammini, davanti a Dio, nella luce dei viventi

Salmo 56, 13

 

Gesù prese la bambina per mano e le disse: «Talità cum!”» che tradotto vuol dire: «Ragazza, ti dico: alzati!». Subito la ragazza si alzò e camminava

Marco 5, 41-42

 

Un’esperienza di tenebra e di paura per l’inimicizia di uomini malvagi: una scena che troviamo di frequente nel libro dei Salmi. In questo scenario, la vittima sta negli inferi senza disperare, con la sola certezza che Dio non può averla dimenticata.

 

Dio ha gli occhi ben aperti sulla storia e conta i passi di chi è costretto a fuggire, ne raccoglie le lacrime. Non domanda di non piangere, non consola a buon mercato; al contrario custodisce nel suo otre tutte le lacrime delle persone oppresse. E alla fine, la fiducia viene ripagata. La conclusione del Salmo, su cui oggi ci è chiesto di meditare, evoca una vita salvata, un cammino che continua.

 

Non lo fa con squilli di tromba, allestendo la rappresentazione di una terra senza mali, di un’esistenza al riparo delle crisi. Come per Abramo e Sara, non si delinea la marcia gloriosa verso una meta conosciuta, una terra promessa indicata sulla mappa, con tanto di tempi di percorrenza e possibili itinerari alternativi. Dismesso il linguaggio dei progetti, con i loro obiettivi altisonanti scritti nero su bianco, la salvezza viene narrata come un essere preservati dall’abisso in cui la vita rischia di venire sommersa e come un camminare insieme a Dio in questa storia conflittuale.

 

Poter continuare a camminare insieme agli altri viventi. Riuscire a fare fronte alle infinite paralisi che debilitano l’anima, prima ancora che gli arti motori. Dio ci fa dono dell’esistenza affinché noi ci mettiamo continuamente in cammino. Con l’unica certezza che Lui cammina con noi. E questo camminare insieme – il sinodo della fede! – è luce che splende nelle tenebre. Luce che non abbaglia, ma rischiara lo spazio del passo successivo, mentre il volto è ancora rigato dalle lacrime, i piedi si muovono indecisi e il cuore batte nella speranza di essere raggiunto dalla sua Parola.

 

Amen.