Hiroshima e Nagasaki, un monito lungo 79 anni

La Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia  e il Centro interconfessionale per la pace hanno predisposto un documento che ribadisce l’urgenza di un impegno nazionale e internazionale per dire stop alle armi nucleari

 

Settantanove anni fa il mondo fu testimone della distruzione atomica su Hiroshima e Nagasaki. Il 6 e il 9 agosto 1945, infatti, due esplosioni devastanti portarono alla morte di oltre 200.000 persone, considerando quelle uccise al momento dell’esplosione e quelle morte in seguito per le ferite e le radiazioni. A seguito di quegli episodi l’intera umanità si è trovata sotto una minaccia potenzialmente ancora più distruttiva della guerra. In questo anniversario, la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e il Centro interconfessionale per la pace (CIPAX) hanno predisposto un documento che ribadisce l’urgenza di un impegno nazionale e internazionale per dire stop alle armi nucleari.

 

Il 16 luglio 1945, giorno in cui esplose il primo ordigno nucleare frutto del Progetto Manhattan (collaborazione tra USA e i più brillanti scienziati del momento), a scopo sperimentale sarebbero esplose più di 2.000 armi nucleari in superficie, in atmosfera, sottoterra e sott’acqua in diverse regioni del mondo. I soli 528 test atmosferici hanno avuto una forza distruttiva pari a 29.000 bombe di Hiroshima – scrivono i due organismi, sottolineando il “danno enorme sull’ambiente ed un costo sociale e sanitario per i decenni a venire”.

 

Il rischio odierno è, secondo i firmatari del testo, che a livello sociale si finisca per “considerare ineluttabili le minacce di un duello nucleare perché ‘non c’è alternativa’ – Ma in questa Europa ciò che veramente sale come grido di dolore è la voce di chi si oppone alle guerre: movimenti, associazioni, partiti politici, singoli cittadini, chiese e fedi. Sotto la bandiera della pace condividono percorsi, manifestazioni, interrogazioni parlamentari, momenti spirituali di riflessione teologica e di preghiera. In questo percorso il CIPAX – Centro interconfessionale per la pace – e la GLAM – Commissione globalizzazione ed ambiente -, entrambi membri della Rete italiana Pace e disarmo, portano nel contesto delle realtà che sostengono la rete la propria testimonianza di fede e quell’esperienza ecumenica e interreligiosa, che a più voci esprime repulsione verso le guerre e preoccupazione per il dilagare della minaccia nucleare

 

Arduo, ma necessario in questo contesto, è continuare a fare pressione affinché l’Italia con 140 basi Nato (e una in costruzione nel pisano tra il parco di san Rossore e Pontedera contrastata da un Movimento No Base) che alloggiano circa 60 testate nucleari, aderisca al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) adottato dalla conferenza delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017 – aperto alla firma a New York il 20 settembre 2017 ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021 -, come sollecitato in questi anni dalla Campagna ‘Italia ripensaci’.

 

Riteniamo che il monito che si rinnova nel ricordo delle due atomiche sganciate su due città sia di dichiarare illegittimo e ingiustificabile un qualsiasi strumento – dal nucleare alle armi geniche – che distrugge la riproduzione della vita e intollerabile la loro produzione perché, come afferma Christa Wolf, ‘tra uccidere e morire c’è una terza via: vivere’”.

 


Anche il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) invita a osservare momenti di preghiera e di commemorazione per le vittime di Hiroshima e Nagasaki e contro il nucleare:

 

WCC invites all to observe Nuclear Prayer Day | World Council of Churches (oikoumene.org)