Le undici coraggiose che infransero il tetto di cristallo

Si festeggiano in questi giorni i 50 anni di ordinazione delle donne al sacerdozio nella Chiesa episcopale

Merrill Bittner, Alla Bozarth-Campbell, Alison Cheek, Emily Hewitt, Carter Heyward, Suzanne Hiatt, Marie Moorefield, Jeannette Piccard, Betty Bone Schiess, Katrina Swanson and Nancy Wittig. Sono le prime donne, passate alla storia come “le 11 di Philadelphia”, a essere ordinate preti della Chiesa episcopale (la Chiesa anglicana degli Usa) il 29 luglio 1974, durante una celebrazione ad hoc, alla Church of the Advocate di Philadelphia.

Anche se non c’era un impedimento “canonico” o un divieto esplicito, fino ad allora sia i comitati diocesani sia i vescovi avevano respinto la richiesta di ordinazione al sacerdozio. Furono tre vescovi emeriti ad accettare di ordinare le 11 donne, consapevoli che avrebbe potuto essere visto come una violazione del diritto canonico e della tradizione ecclesiastica. Infatti un incontro dei vescovi, convocato in fretta e furia dopo la cerimonia, stabilì che l’ordinazione non era valida e che quindi alle donne non era concesso celebrare i sacramenti.

Un atto di disobbedienza, una sfida al patriarcato che fu reso possibile dal coraggio di queste donne e dei loro sostenitori, ma che non passò liscio: le donne furono maltrattate e minacciate, diffidate dal mettere piede in una chiesa. Anche da parte dei colleghi e dei media il trattamento fu tutt’altro che tenero.

Le 11 “pioniere” aprirono però la strada all’ordinazione ufficiale delle donne, che sarebbe avvenuta due anni dopo, dopo una lunga discussione ai vertici della chiesa e la decisione finale della Convenzione generale, che introdusse una nuova sezione nei canoni di ordinazione al sacerdozio, affermando che le sue disposizioni «saranno ugualmente applicabili a uomini e donne».

Dimostrando così che quello che era apparso come un colpo di mano era semplicemente l’anticipazione di quello che stava già avvenendo nella chiesa e nella società – altre denominazioni avevano già iniziato a ordinare le donne, dalla Chiesa metodista unita alla Chiesa presbiteriana degli Usa, alla Chiesa evangelica luterana in America.

Per le donne non fu comunque facile servire le loro chiese in posizioni che non fossero subordinate o “supplenti”, e per molti anni molte furono vittime della cosiddetta “clausola di coscienza” (si può leggere qui un articolo in merito), che la Camera dei vescovi concesse a coloro che si opponevano all’ordinazione delle donne. Una prassi senza valore ufficiale (non era mai passata attraverso la Convenzione generale) ma ampiamente adottata, per una ventina d’anni, garantendo l’immunità per qualunque «vescovo, prete o laico (che) non doveva essere in alcun modo costretto o penalizzato» per la propria “obiezione di coscienza”. Che a essere penalizzate fossero le colleghe, evidentemente poco importava.

Dopo 50 anni molta strada è stata fatta, e oggi si possono contare anche più di trenta vescove diocesane e sette vescove suffraganee, fino ad arrivare all’incarico di massimo livello, quello di Primate Bishop, ricoperto da Katharine Jefferts Schori dal 2006 al 2015. Un’interessante linea del tempo dell’ordinazione femminile nella Chiesa episcopale si trova qui.

Molte iniziative sono programmate intorno al 29 luglio (ne parla questo articolo) ma per tutto il 2024 la Chiesa episcopale celebra questo importante avvenimento, con celebrazioni ad hoc, dibattiti, concerti. È stato anche rilanciato il documentario prodotto nel 2023 (ne avevamo parlato qui) che racconta questo importante passaggio e si trova sul sito https://www.philadelphiaelevenfilm.com/

Dal 26 al 30 luglio il documentario è visibile con il pagamento di un biglietto a questo link.

Sei delle “11 di Philadelphia” sono ancora vive e sono state intervistate nel documentario, oltre a Betty Bone Schiess (mancata nel 2017) ed Alison Cheek (mancata nel 2019).

Una curiosità: la più anziana del gruppo, Jeannette Piccard, settantanovenne all’epoca dell’ordinazione, è stata la prima donna pilota di mongolfiere degli Usa, nonché la prima donna a volare nella stratosfera, co-inventrice del pallone stratosferico (insieme al marito, scienziato come lei) e consulente della Nasa.

Foto: Episcopal Church Archives