Sugli Ebrei. Domande su antisemitismo, sionismo, Israele e democrazia
L’ultimo libro di Gadi Luzzatto Voghera verrà presentato domani alle ore 18 presso la libreria Claudiana di Milano, via Sforza 12/A
Cosa sappiamo degli ebrei e del mondo ebraico? Intendo dire: cosa sappiamo correttamente, al di là di stereotipi e semplificazioni a buon mercato? Poco, “paradossalmente poco”. Definire correttamente la realtà ebraica non è facile. Spesso ci si imbatte in stucchevoli discussioni, a vari livelli, sulla definizione di chi è ebreo, di cosa sia un ebreo e questo è già un problema complicato, reso ancora più difficile dalla presenza di termini che usiamo superficialmente. Le domande poste sull’ebraismo, sul sionismo, su Israele, dimostrano “un forte senso di disagio”; un “non – detto” che determina distorsioni e fraintendimenti. L’uso di parole come: ebreo, ebraico; giudeo, giudaico; ebraismo, giudaismo israelita, israeliano; sionismo, antisionismo, diaspora, deve essere accompagnato da una chiarezza concettuale che sia capace di farci cogliere tanto le opportune distinzioni, quanto gli altrettanto necessari punti di raccordo. Ma, il nostro tempo ha smarrito l’arte sublime del saper distinguere, sopraffatti come siamo dal penoso logoramento delle parole, dalla confusa e vuota chiacchiera che nutre il dibattito politico e non solo. Parole, di cui si ignora il significato, brandite come armi e che costituiscono “l’archivio antiebraico” dell’antisemitismo, come ha scritto Simon Levi Sullam, dal quale si attinge, sempre, a piene mani. L’antisemitismo, il “discorso antiebraico” ha seguito, passo dopo passo la storia, articolandosi in un repertorio di parole, immagini, luoghi retorici. Tutto questo è ancora un fattore essenziale della cultura non solo Europea. Nella questione ebraica e in una delle sue più complesse espressioni di oggi, ossia Israele, l’Europa e il mondo vedono rispecchiati i nodi irrisolti, gli aspetti tragici, i simboli perturbanti della propria cattiva coscienza. Perturbante è, ancora oggi, l’incapacità di comprendere questo “irriducibile altro”. Dal tragico, drammatico 7 ottobre 2923, quando le milizie criminali di Hamas hanno scatenato una sanguinosa offensiva contro centinaia di cittadini israeliani, inermi, rapendoli e infierendo con una crudeltà inaudita su bambini, donne, uomini di ogni età, e provocando, di fatto, la durissima reazione israeliana, la questione è ridiventata centrale. Si sono immediatamente riattivati gli stessi meccanismi e discorsi, e le manifestazioni divampate in tutto il mondo danno il senso e la misura della confusione che nutre anche le migliori intenzioni di chi manifesta.
Il libro di Gadi Luzzatto Voghera Sugli ebrei. Domande su antisemitismo, sionismo, Israele e democrazia, Bollati Boringhieri, 2024, è un eccellente contributo per fare chiarezza su questi e altri temi, proprio in questi mesi drammatici. Gadi Luzzatto Voghera è un esponente di primissimo piano dell’ebraismo italiano. Direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC), studioso di Storia Contemporanea, ma, soprattutto specialista in Storia degli ebrei e dell’antisemitismo, nonché componente della delegazione italiana nell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA). Da più parti, anche nel mondo ebraico, si è affermata la tesi che dopo il 7 ottobre tutto sia cambiato: per lo Stato d’Israele, per gli ebrei della diaspora e la maniera con cui essi si confrontano con le loro identità. Gadi Luzzatto Voghera ci accompagna, nella prima parte del libro, in un cammino sulle tracce di questa complessa esperienza storica, culturale, religiosa ed esistenziale. Nella seconda parte ci offre un campionario delle domande che si rincorrono nell’immaginario comune e non solo: Cosa vuol dire popolo eletto? Forse ha che fare con la convinzione che gli ebrei si ritengano una razza superiore? Dov’è il confine tra antisemitismo e antisionismo? E quello tra la legittima critica al governo israeliano e l’antisemitismo? Luzzatto Voghera si chiede: «Cosa comporta valicare quella linea?». Cosa ha che fare tutto ciò con i «valori della democrazia e della libertà di pensiero?». Accanto a queste l’autore ne ricorda altre che gli sono state poste, che vengono continuamente poste fino a lambire i territori delle dicerie altrettanto pericolose. Pesco a caso dal ricchissimo campionario: gli ebrei sono avari? Sono italiani o ebrei? Sono più fedeli a Israele o al paese che “li ospita”? (Attenzione: “che li “ospita”!). Mi fermo qua. Mi è insostenibile persino dare parola al cumulo di semplificazioni ignobili e false, purtroppo così diffuse. Luzzatto Voghera ci ricorda che l’antisemitismo prima che un insulto e una minaccia per gli ebrei in carne e ossa è un “pericolo per la democrazia”. Il primo passo da compiere, dunque, è quello di imparare e di studiare.
Il libro di Gadi Luzzatto Voghera verrà presentato domani alle ore 18 presso la libreria Claudiana di Milano, via Sforza 12/A. Dialogano con l’autore: il pastore battista Alessandro Spanu e Luciano Belli Paci, avvocato, esponente di Sinistra per Israele e fondatore del Circolo Carlo Rosselli di Milano.