Decine di cristiani uccisi nella Repubblica Democratica del Congo
Open Doors denuncia una ondata di atti di violenza contro la comunità cristiana
Secondo Open Doors, l’organizzazione non governativa che aiuta i cristiani perseguitati in tutto il mondo a causa della loro fede, almeno 80 cristiani sono stati uccisi in un’ondata di attacchi avvenuti nei villaggi del Nord Kivu tra il 4 e l’8 giugno. Solo il 7 giugno sono stati uccisi più di 50 cristiani e le case sono state rase al suolo.
Alcune persone risultano ancora disperse dopo gli attacchi, attribuiti alle Forze Democratiche Alleate (ADF), un gruppo che ha legami con il cosiddetto Stato Islamico.
La gente del posto chiede ai cristiani di tutto il mondo di pregare per loro nel mezzo della persecuzione.
«Abbiamo bisogno della preghiera, nient’altro che della preghiera», ha dichiarato il pastore Kambale Aristote della chiesa CECA20. «Abbiamo capito che l’obiettivo delle ADF è convertire tutti in musulmani e questa è una persecuzione di grande livello. Chiediamo a tutti i cristiani di continuare a intercedere per noi».
Il pastore Aristote ha chiesto di pregare anche per il pastore Paluku Katahiindwa Claude e sua moglie, Katungu Vyahasa Esther, che non si sono più visti da quando erano ritornati alla loro casa il 15 maggio.
«Uniamoci insieme in preghiera affinché Dio riporti la coppia pastorale alla pace», ha aggiunto il pastore Kakule. «La nostra preghiera è che Dio riporti indietro il pastore con sua moglie, in pace e in vita, così da poter continuare l’opera del Signore. Ancora una volta, la nostra richiesta è che tutti i cristiani del mondo preghino insieme tenendosi per mano. Possa ritornare la pace nelle nostre comunità. Preghiamo perché il servitore di Dio sia libero e possiamo gioire quando lo rivedremo tra noi».
Il portavoce di Open Doors per l’Africa sub-sahariana, Jo Newhouse, ha affermato che le comunità cristiane vengono attaccate dalle ADF a un ritmo “orribile”.
«I cristiani sono costretti a fuggire e alcune chiese nei villaggi colpiti hanno chiuso a causa degli ultimi attacchi», ha detto Newhouse. «Questi attacchi incessanti arrivano in un momento in cui gli agricoltori cristiani si stavano preparando per il raccolto. L’impatto è che molti non hanno mezzi per nutrire le proprie famiglie, e lo sfollamento improvviso ha messo sotto pressione i mezzi di sussistenza delle famiglie cristiane che ora si spostano verso destinazioni sconosciute».
«Chiediamo alla comunità internazionale – ha detto Newhouse – di fare tutto ciò che è in suo potere per garantire che il governo della Repubblica Democratica del Congo protegga fedelmente e in modo trasparente tutte le comunità colpite e che gli sfollati ricevano il sostegno di cui hanno bisogno in queste circostanze».