Voto europeo in Francia, le reazioni dei responsabili di culto

Tra prudenza, confusione, fiducia, le parole del mondo religioso transalpino di fronte al terremoto politico delle elezioni

 

Sono tanti a parlare del loro smarrimento all’indomani dei risultati delle elezioni europee e dell’annuncio dello scioglimento dell’Assemblea Nazionale, i leader religiosi francesi, indecisi tra costernazione, prudenza, e chiamate decise ad affrontare il “Raggruppamento nazionale”, che con 31.4% dei voti alle elezioni europee affronta la sfida delle legislative con i favori del pronostico.

 

Vice-presidente della Commissione episcopale dell’Unione europea (Comece), Antoine Hérouard sul giornale “La- Croix” insiste sulla salita della destra conservatrice  nell’UE. «A livello europeo, si può vedere una discussione a proposito del funzionamento delle istituzioni considerate come troppo distanti, troppo burocratiche» nota, osservando nei risultati l’espressione della paura «della guerra, delle immigrazioni, dello smantellamento economico».

 

Di fronte a nuove scadenze elettorali,  che avranno luogo il 30 giugno e 7 luglio prossimo, il gran rabbino di Francia,  Haïm Korsia, si mostra fiducioso nonostante le circostanze. «I risultati delle europee rendono la decisione del presidente comprensibile, perché bisogna ridare la parola al popolo per sapere dove siamo». «Bisogna aver fiducia nella saggezza intrinseca del popolo».

 

Da parte musulmana, la paura si esprime davanti alla possibilità di vedere l’estrema destra al potere. «I risultati dell’estrema destra sono molto preoccupanti», ci dice Chems-eddine Hafiz, rettore della Grande Moschea di Parigi, che pensa che «la sua strumentalizzazione identitaria delle difficoltà sociali ed economiche è un veleno per il nostro paese e il nostro continente. Non posso convincermi a vedere un partito che gerarchizza e discrimina i cittadini solo per le loro apparteneze religiose arrivare al potere e instaurare le idee contrarie ai principi della Repubblica», dice.

Per il rettore, la priorità durante queste elezioni legislative, sarà di «insistere sulla necessità del voto». Diremo ai giovani in particolare che possono esprimere le loro aspettative e desideri di una società migliore e più giusta nelle urne», insiste, aspettandosi un possibile livello importante di astensionismo da parte dei musulmani che secondo un sondaggio IFop per il giornale francese “La-Croix” ha raggiunto il 59% durante le elezioni europee.

 

Se «la Grande Moschea di Parigi non sostiene nessun partito, vorrà comunque fare un appello per fermare l’estrema destra come già fatto nel passato», annuncia. «Perché l’estrema destra, che ha costruito ormai il suo progetto populista sul rifiuto dei nostri concittadini musulmani, è una minaccia molto seria per la coesistenza religiosa e l’unità di Francia e di Europa».

 

L’organizzazione umanitaria protestante “La Cimade” ha commentato sul suo sito: «Se l’estrema destra non ha vinto le elezioni europee, ha già vinto in parte la battaglia ideologica. In Francia, rischia  di sconvolgere la scacchiera politica, ora che Macron ha chiamato per nuove elezioni legislative. Ma un’altra visione per l’Europa, basata sull’accoglienza e la solidarietà, è possibile. Dappertutto sul continente, delle iniziative fanno vivere altri modelli fondati su un’accoglienza nobile e rispettosa dei diritti fondamentali. Più che mai, la “Cimade” chiama per un cambiamento di modello in favore della giustizia sociale e l’uguaglianza dei diritti e a una mobilizzazione contro l’estrema destra e la sua ideologia».

 

Traduzione di Héloïse Badiane Dorléans, giovane studentessa del Liceo Francese di Torino, in redazione per due settimane di stage di osservazione in ambito professionale