Matteotti, maestro non solo martire

Il centenario celebra la sua figura di politico socialista, antifascista, sottolineando il suo impegno per la giustizia sociale e la democrazia: un esempio di lotta per i diritti delle classi lavoratrici

 

 

Il centenario di Giacomo Matteotti è contrassegnato dalla pubblicazione di molti libri e saggi che fanno sperare in una celebrazione non effimera, in una riflessione più profonda sulle sue caratteristiche di politico socialista, di parlamentare molto impegnato, di uomo pieno di sensibilità e di affetti.

 

Giacomo Matteotti fu certamente un martire della violenza fascista, che egli sfidò sin dall’aggressione subita nel 1921 fino all’estremo sacrificio. «Adesso preparate il mio elogio funebre», disse al deputato socialista friulano Giovanni Cosattini che gli sedeva accanto il 30 maggio 1924 e si era congratulato con lui per il suo discorso. Il suo crudele assassinio, avvenuto pochi giorni dopo, il 10 giugno 1924, delegittimò per sempre il regime fascista di Benito Mussolini, sia in Italia sia all’estero.

 

Ma la sua figura è anche quella di un vero e proprio maestro politico. Egli era radicale nei principi: pace (si oppose fino in fondo all’intervento dell’Italia in guerra), libertà, democrazia, giustizia sociale, solidarietà; ma era riformista nel metodo, nel senso dell’accoppiare alla propaganda politica l’azione concreta e tenace per l’elevazione delle classi lavoratrici e per la loro emancipazione, in particolare delle plebi rurali del suo poverissimo Polesine. Di qui la sua azione a favore delle Leghe dei braccianti, delle cooperative, delle amministrazioni locali e dell’istruzione. Problemi economici e problemi dell’istruzione furono i suoi due campi principali di intervento parlamentari. Chi ha interesse per queste materie, potrà gustare un suo confronto parlamentare sui temi dell’istruzione popolare con Benedetto Croce, quando questi era ministro dell’Istruzione nell’ultimo governo Giolitti, il quinto. Il giovane deputato socialista invitava Croce a uscire dalla filosofia e a occuparsi dell’istruzione delle classi popolari.

 

In altre parole, Matteotti non si limitava alla propaganda politica ma agiva nel concreto delle condizioni delle classi lavoratrici. Non a caso Carlo Rosselli, commemorandolo, lo definì “Eroe tutto prosa.” Non a caso, in quelle disgraziate elezioni del 1924, di cui proprio Matteotti denunciò l’illegalità a causa del clima di violenza e di prevaricazione in cui si erano svolte, tra i tre partiti in cui si era diviso l’originario Partito Socialista italiano, cioè il Partito socialista dei massimalisti, il Partito comunista d’Italia e il Partito Socialista unitario (Psu) di Giacomo Matteotti, di Filippo Turati e dei socialisti riformisti, fu proprio quest’ultimo che ottenne il maggior numero di voti pur nella generale sconfitta delle forze democratiche.

 

 

Oggi quindi ricordare Matteotti significa certamente in primo luogo smentire il tentativo corrente di limitare il giudizio negativo sul fascismo, quello degli ultimi anni, cioè delle leggi razziali e dell’ingresso in guerra al fianco di Hitler, ma ricordare la violenza e la prevaricazione con cui Mussolini costruì il suo regime dittatoriale. Significa altresì rivalutare quel riformismo socialista alla cui supposta debolezza, a torto si imputava la responsabilità dell’avvento del fascismo e di sottolinearne le reali caratteristiche a un tempo profondamente democratiche e classiste. (Gramsci nel 1925 definì Matteotti “pellegrino del nulla”).

Anche la Fondazione Circolo Rosselli partecipa attivamente a questo centenario. Abbiamo sostenuto la pubblicazione di un libro di didattica orientativa della prof.ssa Francesca Tramonti, L’idea dentro di me (Pacini, Pisa) un sussidio per l’insegnamento della storia di Giacomo Matteotti nelle secondarie superiori e un comics, un fumetto, Matteotti per noi, realizzato da un gruppo di studenti e studentesse con problemi di disabilità dell’Istituto Superiore “Salvemini- Duca d’Aosta” di Firenze.

Dobbiamo essere infatti tutti consapevoli della necessità di trasmettere la storia di Giacomo Matteotti alle giovani generazioni per motivarle alla politica, alla democrazia, alla difesa delle libertà. Un impegno prioritario.

 

 

 

Foto di

Threecharlie