Sul confine italo francese un monumento per le persone migranti morte sulle Alpi

Oggi a 10 anni dal massacro nell’enclave spagnola di Ceuta una commemorazione a Briançon per ricordare tutte queste morti evitabili

 

Il 6 febbraio 2014 più di 200 persone, partendo dalle coste marocchine, tentarono di raggiungere a nuoto la spiaggia di Tarajal, nell’enclave spagnola di Ceuta. Per evitare che arrivassero in “terra spagnola”, la Guardia Civil utilizzò attrezzature antisommossa e anche i soldati marocchini presenti non soccorsero le persone che stavano annegando davanti a loro. Quindici corpi vennero ritrovati sul versante spagnolo, decine di altri scomparvero, i sopravvissuti vennero respinti, alcuni per morire sul versante marocchino.

Sono passati dieci anni dal massacro di Tarajal.

 

Dieci anni durante i quali il numero dei morti e dei dispersi ha continuato ad aumentare, nel Mediterraneo e sulla rotta delle Canarie, all’interno delle frontiere interne dell’UE, nella Manica, alle frontiere orientali, lungo la rotta dei Balcani, o nel deserto del Sahara e lungo qualsiasi altra traiettoria di mobilità. Il regime delle frontiere ha mostrato ancora una volta il suo volto cinico in maniera del tutto disinibita nel 2023, durante il naufragio di Cutro, quando nella notte del 25 febbraio morirono 94 persone e almeno altre 11 scomparvero a pochi metri dalle coste italiane, sotto l’azione sguardo immobile di Frontex e delle autorità, o ancora il 14 giugno quando più di 600 persone scomparvero per sempre al largo di Pylos, in Grecia e proprio come il 23 aprile 2022, quando un’imbarcazione con 90 persone a bordo affondò al largo delle coste libanesi.

 

Dieci anni durante i quali le associazioni, le famiglie e tutti coloro che si battono per il diritto alla mobilità per tutti hanno continuato a chiedere verità e giustizia per queste vittime, a evidenziare le responsabilità dirette e indirette del regime delle frontiere, a lavorare per dimostrare queste responsabilità e sostenere le famiglie e i propri cari nel doloroso viaggio di ricerca dei dispersi e di identificazione delle vittime.

 

Proprio oggi 6 febbraio, a 10 anni da quei fatti, a Briançon, a pochi chilometri dalla frontiera franco-italiana, gli operatori della solidarietà hanno eretto un monumento commemorativo.

Un memoriale per non dimenticare. Per non dimenticare che ogni anno migliaia di persone perdono la vita alle frontiere di tutto il mondo, alle frontiere dell’Europa, alle frontiere della Francia, e proprio a Briançon. Per non dimenticare i nomi delle vittime delle decisioni politiche che hanno fatto della Francia e dell’Europa delle fortezze assassine ed escludenti. 

Prendendo la forma di un tumulo, oggetto comunemente eretto per guidare le persone in montagna, e sovrastato da targhe con i nomi dei defunti, questo monumento è dedicato alle vittime, alle loro famiglie, ma anche a tutti gli altri, feriti o traumatizzati. attraverso il loro viaggio di esilio.

 

Oggi pomeriggio nei pressi dello storico ponte Asfeld a Briançon, in questo luogo altamente simbolico presso il quale il 29 ottobre 2023 ha perso la vita un esule in cammino, Mahadi, si terrà una cerimonia commemorativa: le persone sono invitate a depositare fiori per farne un luogo di vita, ricordi e legami.

Alle 17,30 si terrà inoltre un tributo in piazza Gallice Bey a Briançon.

 

 

Foto di Alessio Sbarbaro – Opera propria, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2799147