Courmayeur. La visione magica dei ghiacciai nel 1700 e 1800

La mostra promossa dal Comune è ospitata nei locali della chiesa valdese

 

Visitabile fino al prossimo 1º aprile, la mostra esposta  alla chiesa valdese di piazza Petigax a Courmayeur (Aosta) è stata inaugurata lo scorso 29 dicembre e raccoglie le opere visionarie sui ghiacciai di sedici artisti tra XVIII e XIX secolo.

L’esposizione, curata da Gioachino Gobbi (appassionato collezionista, nonché presidente della Courmayeur Mont Blanc Funivie, ha messo a disposizione del pubblico una parte della propria collezione di stampe d’epoca, ndr), è realizzata in collaborazione con il Comune e racconta «l’epoca sognatrice e magica che ispirò gli artisti del pennello, della matita e del bulino».

 

Artisti inglesi, francesi, tedeschi, svizzeri e scozzesi che, come si legge sul sito del Comune, «presentano una visione dell’immaginario dell’epoca delle terre alte. Tali opere sono corredate da testi in italiano, francese e inglese che riassumono le biografie degli artisti e offrono spiegazioni storiche e artistiche utili a contestualizzare le immagini in mostra».

«Narra la tradizione – scrive Gobbi nel testo che accompagna la mostra – che nei secoli passati ai ricchi mercanti ed ai nobili viaggiatori venissero coperti gli occhi durante il transito tra le alte montagne ed i colli alpini, per non offendere con “l’intricato non meno che horrido spettacolo” la loro tranquillità interiore, tanto era il rigetto delle visioni erte e disordinate di ciò che veniva percepito come impedimento alla circolazione e complicazione dei commerci. Poi il diciottesimo secolo, il “secolo dei lumi”, trasformò questa visione nella ricerca scientifica e geografica tipica dell’esplosione delle curiosità e delle novità del periodo. L’interesse per le terre alte maturò poi completamente con il romanticismo che arrivò ad amare quelle visioni “horride” fino a trasformarle nel “sublime”; e i pittori e gli incisori cominciarono ad interessarsi delle montagne e particolarmente delle “ghiacciaie” che ben illustravano questa natura selvaggia e ostile. Poi arrivarono gli alpinisti che non si limitavano più a osservare con occhi ammirati gli spettacoli della natura, ma sfidarono la paura e le difficoltà cominciando a salirle per “conquistarle”. E con loro arrivò la fotografia, fedele riproduzione delle forme alpine, cancellando l’aura di magia e di invenzione creativa che gli artisti avevano rappresentato nelle loro opere. Così le ghiacciaie (femminili) divennero i ghiacciai (maschili) come li conosciamo oggi che viviamo un momento di sofferenza e di preoccupazione per il loro futuro».

 

La chiesa valdese di Courmayeur ha una lunga storia, ha spiegato all’agenzia Nev il pastore Paolo Ribet, «essendo nata a metà Ottocento su iniziativa soprattutto dei turisti inglesi, scozzesi e svizzeri». Nel 2022 la chiesa valdese e il Comune di Courmayeur hanno siglato un accordo per l’utilizzo dei locali per questo tipo di iniziative, a beneficio di tutta la comunità.

La mostra è visitabile a ingresso libero dal venerdì alla domenica, dalle 10 alle 19.

 

Foto: Louis Bélanger 1756-1816 • Bocca del ghiacciai