Un “urlo di pace” da Pinerolo

Inaugurata sabato 16 settembre la moschea Tauba alla presenza di un folto pubblico, autorità religiose e civili

Un momento di grande festa, è il primo pensiero guardando la folla variopinta ed emozionata che si accalca nel pomeriggio di sabato 16 settembre, sotto un cielo che minaccia pioggia, davanti all’ingresso della nuova moschea “Tauba” di via Juvara a Pinerolo (To): sembra il raduno di una famiglia numerosa, fra baci e abbracci, sorrisi e strette di mano, che si ritrova dopo mesi. L’emozione è palpabile, ed è chiaro che non si tratta di un atto formale. Il presidente del Centro culturale islamico pinerolese, Issam Chtaibi, lo definisce in effetti un momento storico, oltre che “un sogno che si realizza”.

Molte le personalità civili e religiose presenti, intervenute nel lungo momento di saluti, aperto da una preghiera per le vittime delle catastrofi in Libia e Marocco, più volte citate.
Interviene il presidente della Confederazione islamica italiana Mustapha El hajraoui, che ribadisce il carattere culturale e di dialogo aperto alla cittadinanza di questo spazio, che non è solo un luogo di preghiera; il vescovo cattolico Derio Olivero, che ricorda come “religione” sia, etimologicamente, il tentativo di “tenere insieme i pezzi” delle nostre esistenze, e questo luogo di preghiera sia anche un luogo “dove fare emergere le domande serie della vita, sul proprio stare al mondo”, e che chiama anche le chiese cristiane a un comune impegno in questo senso. Prendono la parola anche il vescovo emerito Pier Giorgio Debernardi, che ha accompagnato e sostenuto la nascita del progetto della moschea, e padre Ciprian Ghizila, della chiesa ortodossa romena.

È presente una significativa delegazione valdese: alcuni membri di chiesa, non solo di Pinerolo, due componenti della Commissione Ecumenismo di Pinerolo, Sabina Baral e Silvia Borgiattino, il pastore Mauro Pons e il presidente del concistoro della chiesa di Pinerolo, Paolo Zebelloni, che prende la parola ricordando che la convivenza passa dalla parola, dal dialogo e dalla capacità di ascoltarsi. Il dialogo tra le due comunità è passato negli ultimi anni anche da gesti concreti, come l’ospitalità data nel 2019 al termine del Ramadan, o all’offerta delle sedie per questo momento di inaugurazione.

Numerose anche le voci delle istituzioni, a partire dal sindaco Luca Salvai che, in un applaudito intervento, ha parlato di un “urlo di pace” lanciato dalle comunità religiose e istituzioni al mondo, non a caso da un laboratorio di ecumenismo e dialogo come Pinerolo.
Monica Canalis, consigliera regionale, ha ricordato tra l’altro la battaglia per rendere il 17 febbraio festa civile a livello piemontese, mentre Gianna Pentenero, assessora della Città di Torino, ha menzionato il lavoro di rete con la condivisione di un “patto” con 22 comunità islamiche nella città e altre realtà della cintura.
E ancora, gli interventi di Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte, Brunella Favia, viceprefetto di Torino, Valentina Cera consigliera della città metropolitana di Torino, Giorgio D’Aleo referente dell’Amicizia islamo-cristiana, e in conclusione il geometra che ha realizzato il progetto per la sua comunità, che ha ricordato le difficoltà che ancora oggi si devono affrontare per aprire luoghi di culto.

Nella breve ma densa tavola rotonda che è seguita ai saluti, sul tema “preghiera e cittadinanza”, i quattro relatori hanno puntualizzato alcuni aspetti: l’importanza della visibilità e del riconoscimento (politico, giuridico, culturale) delle varie realtà religiose all’interno dello spazio urbano, presupposto per il riconoscimento dei diritti (prof.ssa Maria Chiara Giorda, Università Roma Tre); l’importanza della conoscenza, non come erudizione fine a se stessa ma al servizio della collettività, come “fonte di luce” che si irradia (Shaykh Ibrahim Iungo, editore e traduttore); e ancora la multiculturalità e la laicità, che vuol dire offrire, come istituzioni pubbliche, un luogo di convivenza pacifica e paritaria (Franco Milanesi, assessore Pinerolo); infine l’islamofobia: se le cose sono cambiate, non diamolo mai per scontato, non stanchiamoci di costruire ponti e di favorire luoghi di dialogo e confronto (Abdullah Ahmed, consigliere comunale Torino).