istock-525017078

La liberazione dalle angustie

Ascolta la meditazione:

Ascolta “Un giorno una parola: 21 giugno” su Spreaker.



Le angosce del mio cuore sono aumentate; liberami dalle mie angustie
Salmo 25, 17

Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo
Giovanni 16, 33


“Allarga la strettezza del mio cuore e tirami fuori dalla mia angustia!” Il Salmo è intimo e intensamente personale, espresso in prima persona singolare e rivolto a Dio in seconda persona singolare, perché i problemi che mi assillano affollano la mia mente, mi tolgono il respiro, si diffondono nell’anima come cancro: tirami fuori dal vuoto oscuro! Certo, la mia preghiera è introdotta da una pia professione di fiducia, “I miei occhi sono sempre rivolti al Signore”, anche se poi torno ad essere dominato dall’ansia del rimorso, da lamento e paura. Oppresso dai miei nemici reali o fittizi, ma forse ancor più dal peso dei miei peccati, come il Salmista, già vulnerabile ed esposto alla vergogna, cerco rifugio, protezione e liberazione nel Dio che non deve deludermi. “Non deludermi!”

Non abbiamo pace, non ci diamo pace, perché le insidie non provengono soltanto dall’ambiente esterno familiare o ostile, ma riguardano anche le nostre scissioni interiori.
Il mondo si annida nel nostro profondo.
Gesù ha parlato dell’odio del mondo e dell’afflizione che i discepoli dovranno affrontare dopo di lui, con lui e come lui, ma vuol farci superare l’inquietudine e darci la sua pace. Questa pace è in me, dice Gesù: consiste nell’essere in lui, nel condividere la sua vita e la sua vocazione. La tribolazione inevitabile di cui parla è il travaglio della nascita della nuova creazione, che passa inevitabilmente per la croce dove Cristo innalzato vince il mondo; con questa fede nasciamo da Dio e vinciamo anche noi il mondo.
Consegniamo le angosce e il peso della colpa al Signore: «A te, o Signore, io elevo l’anima mia»; solo in questa resa passeremo dalla desolazione del Venerdì santo alla gioia della Pasqua e sperimenteremo in questo esodo dell’anima – sempre di nuovo e sempre daccapo – la liberazione dalle angustie. Amen.