«Testimoni di pace», il podcast

Vittime civili di guerre e di conflitti armati, le voci inascoltate delle nostre vicende umane

 

Sono trentuno le guerre in corso nel mondo e trentatré le crisi attive. Il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale che fu il primo conflitto della storia in cui le vittime civili superarono quelle militari. A Ottant’anni dalla fine di quella guerra, e dunque nei conflitti attuali, oltre il 90% delle vittime è civile. 

Nicolás Marzolino, vittima civile di guerra (e che all’età di quindici anni perse la vista e la mano a causa di un ordigno bellico della Seconda Guerra Mondiale) e Metis Di Meo, autrice, conduttrice Rai e attivista per i diritti umani, sono gli ideatori di un podcast che dà voce alle storie di chi ha vissuto gli orrori della guerra: custodi di memoria e oggi promotori di solidarietà. Testimoni di pace. 

 

«Testimoni di Pace» è dunque il titolo di un lavoro fruibile su Rai Play Sound suddiviso in dieci puntate come percorso sonoro e che raccoglie molte voci rimaste invisibili, vittime civili di guerre e di conflitti armati. Uomini, donne e bambini che hanno vissuto la guerra senza imbracciare le armi, tuttavia pagandone il prezzo più alto.

Il lavoro radiofonico (che in una puntata – la sesta – racconta anche la buona pratica dei Corridoi umanitari realizzata dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) insieme alla Tavola valdese e alla Comunità di Sant’Egidio) accompagna l’ascoltatore in un viaggio tra dolore, memoria e speranza. 

 

Un podcast necessario, «in questo periodo segnato da continui venti di guerra – ha ricordato Metis Di Meo, ospite telefonica domenica 21 dicembre della rubrica “Tra le parole” del “Culto evangelico” Rai–. «È stato un lavoro delicato selezionare storie e conflitti, per noi era importante mettere al centro le vittime di ieri e di oggi e, insieme a Marzolino e all’Associazione nazionale Vittime Civili di Guerra – che da oltre 80 anni si occupa di tutelare tutte le possibili vittime umane -, crediamo di essere riusciti nel nostro intento, raccogliendo testimonianze importanti da restiture agli ascoltatori in un racconto coerente».

Il podcast, infatti, parte dalle stragi nazifasciste e i bombardamenti alleati sui civili e racconta il genocidio in Ruanda, la guerra nei Balcani; arriva in Siria e in Afghanistan e illumina lo Yemen – un conflitto spesso dimenticato – arrivando all’attuale situazione in Ucraina e in Palestina. 

 

«Grazie all’Osservatorio del Centro di Ricerca per le Vittime di Civili di Guerra dei Conflitti, siamo riusciti a incontrare anche tanti testimoni accomunati dal desiderio di voler raccontare la loro esperienza. È stato complesso costruire il percorso narrativo ma siamo soddisfatti di quel che siamo riusciti a fare, perché abbiamo sempre messo al centro le persone. Yara, ad esempio, una ragazza palestinese di vent’anni che lotta ogni giorno per salvare un familiare da quella tragedia. Quand’ero bambina – ha proseguito Di Meo –, le terribili guerre e i genocidi in Jugoslavia e in Ruanda mi toccarono profondamente. Il podcast – dunque – nasce dal desiderio, quello di non dimenticare le tragedie del passato, e perché oggi più che mai è necessario tener viva la memoria per affrontare con consapevolezza le tragedie dell’oggi.

 

La collaborazione con associazioni, Università, con il programma rifugiati e migranti della Fcei, Mediterranean Hope, la Comunità di Sant’Egidio e la Tavola valdese, ci permette di promuovere attività anche con le scuole – prosegue Di Meo –; lo facciamo con il sostegno del Ministero dell’Istruzione. Ogni anno, poi, insieme all’Associazione Nazionale vittime civili di guerra realizziamo concorsi scolastici per offrire alle giovani e ai giovani studenti una possibilità, quella di poter analizzare i conflitti e di essere giovani consapevoli testimoni e promotori di pace. Video, testi, esibizioni teatrali sono alcune forme espressive utilizzate. Nella Giornata internazionale per le vittime civili di guerra ogni primo febbraio incontriamo le scuole finaliste».

 

 

 

 

La rubrica «Tra le parole» a cura di Gian Mario Gillio è andata in onda domenica 21 dicembre durante il «Culto evangelico», trasmissione (e rubrica del Giornale Radio) di Rai Radio1 a cura della Federazione delle chiese evangeliche

in Italia. Per il podcast e il riascolto online ci si può collegare al sito www.raiplayradio.it