in due lettere indirizzate al vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance e a Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione europea, il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), il pastore Jerry Pillay ha espresso profonda preoccupazione per i recenti sviluppi nella città palestinese di Beit Sahour, una comunità prevalentemente cristiana situata vicino a Betlemme e conosciuta in tutto il mondo come il biblico Shepherds’ Field, il Campo dei pastori, luogo in cui essi ricevettero l’annuncio della nascita di Gesù. Vangelo di Luca (2,8-18).
«Secondo le informazioni condivise con noi e corroborate da osservatori indipendenti dei diritti umani, le autorità e i coloni israeliani si sono mossi per stabilire un avamposto nell’area di Osh Ghurab, uno spazio ricreativo pubblico a lungo utilizzato dai 15.000 residenti di Beit Sahour», ha scritto Pillay. «Quest’area funge da principale spazio pubblico per i bambini, le famiglie e la vita comunitaria».
Pillay osserva nelle lettere che la costruzione di un insediamento in questo sito equivale a un atto di espropriazione e isolerebbe effettivamente Beit Sahour dal suo confine orientale.
«Al di là dell’immediato impatto geografico, questo sviluppo solleva gravi preoccupazioni di protezione» si legge nel testo. «La Cisgiordania ha sperimentato un’escalation documentata della violenza dei coloni, tra cui aggressioni, intimidazioni e distruzione di proprietà».
L’accordo pianificato contraddice anche il consenso internazionale sullo status del territorio occupato e mina le prospettive di una pace giusta, ha scritto Pillay. «Come uno dei più grandi corpi ecumenici del mondo, che rappresenta le chiese in oltre 120 paesi, il Cec è profondamente turbato dal fatto che questo sviluppo minaccia la presenza e la continuità di una storica comunità cristiana e crei nuovi ostacoli alla pace, alla giustizia e alla stabilità in Terra Santa» si legge nel testo.
Pillay esorta Vance e Von Der Leyen a intervenire per garantire l’immediata arresto della costruzione del nuovo insediamento a Osh Ghurab; sostenere il diritto internazionale e gli impegni esistenti relativi agli insediamenti e alla protezione dei civili nel territorio occupato; e sostenere gli sforzi che salvaguardano le condizioni di vita, la dignità e il futuro dei palestinesi cristiani e musulmani a Beit Sahour e nella più ampia area di Betlemme.
«Il Cec rimane impegnato a lavorare con tutti i partner globali – politici, diplomatici e basati sulla fede – per garantire un futuro in cui le comunità della Terra Santa possano vivere in pace, dignità e pari diritti» conclude il testo. «Chiediamo la vostra immediata attenzione a questa questione urgente e il vostro impegno attivo per prevenire ulteriori deterioramenti sul terreno».